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Euro 2012, che riSky corre la Rai?

Dalle nostre parti il populismo facile detta legge, la rabbia partitica verso RaiSport fa sì che la critica all’operato per Euro 2012 sia negativa in partenza. Forse sarà vero, ma la generazione Sky non lascia spazio a possibilità alternative.
A cura di Andrea Parrella
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E' quantomai chiaro che qualora Sky dovesse decidere di lanciarsi in politica tramite un suo membro rappresentativo, prenderebbe più voti di qualunque Grillo parlante immaginabile. La popolarità della pay Tv di Murdoch in Italia è a livelli stratosferici e, peraltro, sembra non rientrare più nei beni di lusso, ma in quelli di base. Non si hanno dubbi sulle qualità di Sky, qualità derivanti da possibilità, né si vuole mettere bocca su quella generazione che ha scelto di pagare la Tv a priori, per partito preso. Tuttavia i termini di paragone, in generale, non ci danno modo di credere che la qualità paventata sia così autentica.

Pensiamo principalmente al calcio, che in questi giorni vede alla prova le reti Rai nel misurarsi con una copertura pressoché totale sugli europei 2012. Si dividono fra le generaliste e i canali dedicati, mettendoci, a fronte delle loro possibilità, lo sforzo possibile per offrire un servizio decente. Vien da sé che l'aspetto demodé di cui la Rai fa vanto è unico nel suo genere, meritato sì per i demeriti dell'azienda, ma a dir poco debordante. Ieri i social network erano inondati di critiche a RaiSport, manco Twitter e Facebook pagassero gli autori per scriverle. Si sta rispetto alla Rai come si sta rispetto a Berlusconi, si cerca l'errore prima che venga commesso, lo si trasforma in una gaffe madornale anche se si tratta di una caduta di stile minima. Insomma c'è un evidente disfattismo cronico verso qualunque cosa faccia la rete ma, francamente, per quel che riguarda i dibattiti e le discussioni in studio, le argomentazioni e il piglio con cui vengano affrontate, non vedo la distanza siderale, ma solo un marchio differente, che edulcora una stupidaggine made in SkySport e criminalizza la stessa stupidaggine se a commetterla è RaiSport.

Una distanza palesemente riscontrabile, al contrario, nella qualità delle immagini, nelle potenzialità dei servizi da offrire, nella quantità di fiato sul collo prima di prendere una decisione. Si resta ancorati, infatti, all'idea che paragonare le due cose sia paradossale, in quanto si utilizzeranno necessariamente due pesi e due misure. Ascoltare la telecronaca di Bruno Gentili attendendo che sbagli il nome di un calciatore, per poi demonizzare la cosa, è come dire ad un ritardatario cronico che farà tardi prima che l'appuntamento ci sia stato: atteggiamento che non sfocerà in esito diverso da un ritardo inevitabile. Ecco la differenza tra il fiato sul collo e la libertà d'azione.

Non si hanno interessi a difendere RaiSport, che da anni dimostra di viaggiare a velocità diverse dai suoi concorrenti e che merita le critiche, ma ci si dovrebbe astenere dal giudicare almeno fino alla fine della prima settimana di Euro 2012. SkySport sta cavalcando l'onda  di una volontà di cambiamento del pubblico italiano venuta fuori con grosso ritardo, ma comunque giunta a destinazione. Fa bene a farlo. Ma se si parla di qualità, a chi accusa RaiSport di mancanza di ritmi rispondo che i telecronisti urlatori non sono per forza la strada maestra. Vero è che a scrivere è uno che gode degli scioperi dei giornalisti per il solo piacere di guardare le partite senza telecronaca, o che ha guardato con passione le storiche partite dell'Italia trasmesse recentemente da La7 per il solo piacere di ascoltare il commento asciutto e giusto di Nando Martellini.

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