Enrico Mentana su La7: “Vogliamo un editore non sessuato politicamente”
L'Azienda di Cologno Monzese potrebbe comprare La7, ha già presentato una doppia offerta (una a Telecom Italia, l'altra alla controllata Ei Towers) ma potrebbe essere interessata anche alle frequenze. Due piccioni con una fava. La famiglia Berlusconi quindi riuscirebbe a controllare nuovi canali (oltre a La7 anche Mtv), oltre le tre reti storiche Canale 5, Rete 4 e Italia 1. Il pericolo è che si possa sfociare in un monopolio e che quindi l'informazione ne possa risentire, finendo di fatto in mano di uno solo: una situazione assolutamente da evitare per garantire libertà di espressione e per evitare uno spiacevole conflitto d'interessi. Eppure, se la legge lo consente e il mercato "lo chiede" perchè Mediaset (qui il palinsesto autunnale) non dovrebbe avanzare la sua proposta per l'acquisto di La7? Si invoca quindi l'intervento dell'Autorità garante. Il caso è già diventato politico, Monti non è ancora intervenuto ma secondo molti, tra i quali lo stesso Mentana, si tratta soltanto di un'offerta "di disturbo". Eppure il Direttore del Tg La7, nel caso in cui Mediaset si accaparrasse davvero la piccola rete di Telecom Italia, lascerebbe immediatamente la direzione del suo telegiornale, il più autorevole e credibile nel panorama dell'informazione italiana. Al Corriere della Sera ha tuonato così:
Certi Guelfi e Ghibellini vedono la mia presa di posizione come una sorta di tardiva riproposizione dell'antiberlusconismo. La situazione migliore per La7, per la sua libertà, è un editore non sessuato politicamente.
Telecom Italia che ha sempre lasciato libertà a Mentana, come nell'ultimo caso quando il Direttorissimo non ha voluto dare una notizia inerente l'accordo Telecom Italia-Fastweb sulla banda ultraveloce. Questa è libertà d'informazione, che si dimostra giorno per giorno. Mentana non potrebbe mai accettare che gli stessi "signori" che lo hanno licenziato in tronco adesso possano ritornare a "comandarlo": il suo passaggio a La7 (qui il palinsesto autunnale) è stata una conseguenza di un licenziamento "in tronco in una notte" da parte del gruppo Mediaset. Non una fine rose e fiori, dunque. Dopo gli anni d'oro del Tg5, Mentana si era messo a disposizione del Biscione per il rilancio della seconda serata fondando Matrix, ma è lì che sono arrivati i primi problemi:
Le ragioni di dissenso sono diventate quotidiane, e poi tutto è sfociato nella notte della morte di Eluana [quando venne trasmesso il Grande Fratello e non lo Speciale di Matrix, ndr] Per questo ora non sarei disposto a dirigere un Tg per un editore con il quale mi sono lasciato male.
Direbbe di no anche al Tg1 perchè "emanazione diretta del sistema dei partiti", dunque un covo di interessi politici con un'informazione "diversa", o forse controllata, rispetto a quella che sogna (e che ha già trasformato in realtà a La7) il Direttore Enrico Mentana. Non si sente indispensabile e – secondo lui – il Tg La7 potrebbe funzionare anche senza la sua direzione: eppure, siamo onesti, solo con l'apporto di Mentana La7 (dove ha debuttato anche Cristina Parodi) è rimasta a galla e gli ascolti sono schizzati in alto. Ad maiora!