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Emilio Fede dopo la caduta: “La notte mi sveglio con gli incubi, temo di non svegliarmi più”

Emilio Fede racconta la rovinosa caduta di cui è stato vittima, lo scorso novembre, in esclusiva al settimanale Oggi. L’ex direttore del Tg4 ha dichiarato di aver rischiato davvero la vita, dal momento che avrebbe potuto riportare delle conseguenze ancora più gravi dei segni che sono evidenti sul suo volto. Ad 88 sconta gli arresti domiciliari per il processo Ruby bis, condizione per la quale si mostra piuttosto sofferente.
A cura di Ilaria Costabile
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Foto di Oggi
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L'ex direttore di Rete4, Emilio Fede, è stato vittima di una rovinosa caduta verso fine novembre, per la quale è stato ricoverato in ospedale per qualche giorno. In un'intervista rilasciata in esclusiva al settimanale Oggi, il giornalista racconta che cosa è accaduto e parla del rischio scampato miracolosamente, dal momento che ci sarebbero potute essere delle conseguenze molto più gravi di quelle ha effettivamente riportato.

Il racconto della caduta

Ad 88 anni, Emilio Fede ha temuto che la sua vita potesse sgretolarsi per una caduta accidentale della quale porta ancora gli evidenti segni, come mostra la foto del settimanale Oggi. Alla rivista racconta il timore di quegli attimi, il panico che l'ha colto immediatamente dopo l'accaduto, che ogni tanto lo coglie ancora adesso durante la notte, prima di addormentarsi, soprattutto quando è solo, come gli capita spesso visti i continui viaggi lavorativi della moglie:

Ho quasi perso un occhio, ho dolori ovunque, per fortuna sono ancora capace di intendere e di volere. Ho battuto la testa forte, mi hanno operato al naso … Sono rimasto circa mezz’ora a terra, non avevo né la forza di alzarmi né di gridare. Per fortuna un custode mi ha visto e ha chiamato i soccorsi… La notte mi sveglio con l’incubo di quella caduta e a volte ho paura persino ad addormentarmi perché temo di non svegliarmi più.

Emilio Fede ai domiciliari

Il giornalista è stato condannato a 4 anni e 7 mesi per il processo di Ruby bis. La pena, su decisione del giudice è da scontare agli arresti domiciliari, condizione per la quale soffre e non riesce a raccapezzarsi del fatto che un giorno, possa esalare il suo ultimo respiro senza aver avuto l'opportunità di riprendere in mano la sua vita. La ristrettezza degli arresti non gli permette nemmeno di incontrare la moglie, quando è lontano da casa. Infine, spera che che prima o poi chi lo ha gettato nel fango possa fare i conti con la propria coscienza. Si tratta dell'ex Premier Silvio Berlusconi, imputato nello stesso processo, di cui Fede è stato un fedele confidente negli anni del suo mandato al Tg4, sul suo conto Diana De Feo, la moglie del noto giornalista non spende parole clementi: "Berlusconi non vuole avere grane, pensa solo per sé. Tanto lui è deputato europeo, chi lo tocca? Mi chiede se è stato ingrato? Sì, penso che si potrebbe dire così". Molto più blande, ma cariche di rancore, le recriminazioni dell'ex direttore che parlando della sua vita attuale dice:

Temo di morire ai domiciliari, ma non me lo merito. Come passo le mie serate? Da solo, al massimo mi cucino gli spaghetti. Mia moglie è a Napoli, ha problemi di salute e non è in grado di venire a Milano. Io non posso vederla, non mi danno il permesso. Avevo chiesto la possibilità di andare a Napoli solo 48 ore per abbracciarla e me l’hanno negata, ma vi rendete conto? È una crudeltà… Mi auguro solo che chi mi ha messo in questa condizione non abbia da rispondere alla sua coscienza

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