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Ema Stokholma a L’Assedio: “Mia madre mi picchiava, il perdono non è obbligatorio”

Ema Stokholma, la deejay francese e speaker radiofonica è stata ospite del programma di Daria Bignardi, “L’Assedio”, dove ha raccontato la sua infanzia e il rapporto difficile con la madre, contraddistinto dalla violenza. Questa sofferenza è raccontata anche nel libro “Per il mio bene” di cui la giornalista ha letto alcuni estratti nel corso della trasmissione.
A cura di Ilaria Costabile
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Sono tornate le nuove puntate de "L'Assedio" il programma condotto da Daria Bignardi, dove l'intervista diventa un modo di raccontarsi nel profondo e non il mero elenco di ciò che è accaduto nella vita dei personaggi che si siedono di fronte alla nota giornalista. Ospite di questo "nuovo" ritorno sul piccolo schermo è stata la dj francese Ema Stokholma. Conduttrice radiofonica e protagonista del pre-serata televisivo di Sanremo, accanto a Gigi e Ross, ha raccontato un periodo molto difficile della sua vita.

L'infanzia di Ema Stokholma

L'infanzia, un momento che per antonomasia dovrebbe essere il più felice e sereno possibile, per Ema Stokholma non è stato così, ma ha preso le fattezze di un incubo. La piccola Morwenn, questo il suo vero nome, ha subito fin dalla tenera età ripetute violenze da parte della madre. In un libro, dal titolo "Per il mio bene", la deejay racconta il rapporto difficile con la madre, da cui non si è mai sentita davvero amata. Il libro si apre con il racconto crudo, violento, di un pugno in pieno viso ricevuto a soli quattro anni, seduta accanto alla madre a bordo della loro macchina: "Era la prima volta che succedeva in macchina, ero abituata al fatto che potesse succedere a casa, quindi era per me un luogo protetto quando poi è successo in macchina ho pensato "ecco vedi, anche qua".  

Una violenza perpetuata negli anni, una violenza a cui una bambina non sa dare una spiegazione, divisa tra lei e suo fratello di tre anni più grande. Non si possono accantonare certi ricordi, soprattutto se rappresentano la maggior parte di quello che da piccoli è il bagaglio di immagini che la memoria incamera, come è lei stessa a spiegare incitata dalla domanda "da quanto succedeva":

Da sempre, io non ricordo mia madre che mi abbraccia, quindi non ricordo un rapporto diverso, fisico con mia madre, diverso dalla violenza. Succedeva anche a mio fratello sì, però è successo quando sono venuta al mondo io, quindi i primi tre anni di vita per mio fratello sono stati quasi normali.

Un perdono mai arrivato

Daria Bignardi continua questa intervista così intensa e arriva a raccontare il momento in cui, in età adulta Ema Stokholma si è trovata nella condizione di potersi riavvicinare alla madre, ormai malata, chiamata anche dal fratello che ha cercato di mantenere i rapporti tra le due, ma anche in quell'occasione il rammarico per gli anni passati non è stato sopito: "Il perdono non è obbligatorio, non posso perdonarla, ma non solo per me anche per mio fratello, per molti anni che sono stati difficili. Ti senti proprio perso perché non hai un appiglio, non hai conosciuto mai l'amore, non sai che cos'è, e questa cosa non la puoi perdonare ad una madre"

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