Friends Reunion, Eleonora De Angelis voce di Rachel: “Mi manca mio fratello, doppiava Joey”
In occasione dell'attesissima reunion di Friends, in onda su Sky giovedì 27 maggio in contemporanea con gli Stati Uniti, abbiamo intervistato Eleonora De Angelis, storica doppiatrice di Jennifer Aniston che per tutte le dieci stagioni della serie è stata la voce di Rachel Green e ci ha parlato di quella lunga esperienza e dell'arte del doppiaggio. Un'avventura doppiamente bella per lei, che nella serie ha lavorato con il fratello Vittorio De Angelis, voce di Joey Tribbiani, purtroppo scomparso prematuramente nel 2015 a 53 anni (nella reunion, il personaggio è doppiato da Massimo Bitossi). La reunion è on demand su Sky e NOW dalle 9 del mattino, sottotitolata, e va in onda (con doppiaggio in italiano) alle 21.15 su Sky Uno e Sky Atlantic.
Cosa pensi di questa reunion 17 anni dopo?
Mi fa provare un misto di sentimenti, intanto perché sono passati tanti anni. Amo la vita e cerco di non essere malinconica, ma sento allegria ed entusiasmo misti a un velo di tristezza perché sento ancora di più la mancanza di mio fratello che dava la voce a Joey e tra l'altro era un grandissimo fan di Friends. Sin dalle primissime puntate lui fu il primo a cogliere l'eccezionalità di questo prodotto, anche se eravamo tutti entusiasti.
Che ricordo hai dei tanti anni passati a lavorare con Friends?
Da subito ne abbiamo capito la qualità, o almeno l'impatto che ha avuto su di noi. Una serie fatta benissimo a livello di battute, scambi e ritmo. E poi, la bravura degli attori. La Aniston è sempre stata brava, ho subito pensato: "Questa è un fenomeno". A un doppiatore, un attore bravo rende il lavoro molto più facile, fornisce uno spartito da seguire. Doppiare un attore bravo è un po' come continuare ad andare a scuola di recitazione. All'inizio Friends era un prodotto per la tv svizzera, ma a noi piaceva moltissimo farlo. Ha avuto successo con il tempo, ai miei coetanei difficilmente dicevo "Doppio Friends". Oggi, per gli amici dei miei figli, di 25 e 13 anni, Rachel è un mito. Friends è un mito. Rido ancora, sono battute che riguardano la nostra gioventù, ma che sono anche attuali.
Non è invecchiata di un giorno quella serie.
La dimostrazione è data dai fan. Adesso che le serie stanno nelle case negli italiani, Friends mantiene il suo impatto. La cosa pazzesca è lo studio che c'è dietro. Nulla è casuale. Sono personaggi scritti con maestria, ti sembra di conoscerli perché sono persone vere. Ogni cosa che dicono, il loro modo di parlare, di muoversi, è notevole. La Aniston ha avuto il successo che ha avuto, ma anche gli altri cinque sono fenomeni. Tutti e sei hanno la stessa carica di simpatia ma sono tutti personaggi diversi. E ognuno ha i suoi fan.
Facevi il tifo per Rachel e Ross?
Certo! Mi sono intenerita quando Joey ha avuto la cotta per lei, ma ho sempre pensato che lei e Ross dovessero stare insieme.
Se te la senti di dircelo, com'è stato lavorare con tuo fratello, in particolare quando Joey e Rachel hanno avuto una breve storia?
Nel doppiaggio non sempre lavoriamo fianco a fianco, molto spesso recitiamo ognuno per conto proprio (ora con il Covid succede sempre). Magari però hai in cuffia l'audio dell'altro, oppure sai come reciterebbe. Mi piaceva da morire, perché mio fratello aveva un senso dell'umorismo molto spiccato e sapevo perfettamente come avrebbe detto determinate battute. Adesso, quelle scene mi portano un carico di tenerezza, mi piace sentire che ci parliamo. Con quell'affetto che c'era e ci sarà sempre. Poi, tutti noi siamo amici, abbiamo iniziato quando lavoravamo tutti insieme e ci vedevamo tutti i giorni, penso che anche questo abbia influito nel doppiaggio della serie. C'era una sintonia importante, un po' come nelle compagnie teatrali, come in un coro. Dieci anni sono tanti, c'era tanto divertimento. E abbiamo attraversato varie fasi a livello tecnico, in cui il nostro lavoro è cambiato tanto.
Forse è cambiato anche in "peggio", dal momento che oggi si doppia un film o una serie in poche settimane?
I tempi sono sicuramente più stretti, sono cambiati anche i costi. Avevi più tempo per doppiare, e il tempo ti dà più cura. Allo stesso tempo, però, c'è molta attenzione al doppiaggio, si fanno i salti mortali. Noi stiamo facendo il massimo che possiamo, ma ovviamente si fa tutto in meno tempo e gli sforzi triplicano. Abbiamo dalla nostra il fatto che i prodotti di oggi sono bellissimi, all'epoca Friends era quasi una perla rara. Prima doppiavamo grandi attori solo nel cinema, oggi lavoriamo con serie meravigliose. Se avessimo più tempo sarebbe sicuramente meglio, è un'opportunità sprecata ma noi diamo il massimo. Il doppiaggio è un'eccellenza italiana, cerchiamo di mantenerla tale.
Hai doppiato anche Cameron Diaz, Angelina Jolie e tante altre. Hai un'attrice preferita e hai mai incontrato Jennifer Aniston o qualcuna di loro?
Non ho mai incontrato nessuna di loro. La mia preferita è la Aniston, perché adoro Rachel e doppiarla mi è semplice perché la conosco bene. Ma anche perché mi piace doppiare la commedia, mi diverto, mi lascio andare. Lei anche all'interno delle commedie ha scene intense, drammatiche, d'amore, è un'attrice che mi permette di esprimermi in tutte le sfumature. Istintivamente mi sta molto simpatica, Rachel è una ragazza comune, come del resto tutti i protagonisti di Friends. Per questo all'epoca mi era così facile identificarmi con lei.
Tu provieni da una famiglia illustre di doppiatori (Eleonora è figlia di Manlio De Angelis, scomparso nel 2017, e nipote del celeberrimo Gualtiero De Angelis, ndr). Com'è stato avere in casa James Stewart, Cary Grant, Joe Pesci e tanti altri?
Nonno era bellissimo, da piccola per me era soprattutto il claim "Kraft, cose buone dal mondo"! Ovviamente era anche James Stewart e Cary Grant, tuttora La vita è meravigliosa è il mio film preferito. Papà per me era Starsky di Starsky & Hutch e mi vantavo con le amichette. Quando nonno era in vita non lavoravo ancora ed era semplicemente nonno, con questa voce bellissima. Papà era simpaticissimo ed era un po' matto. Anche un gran maestro, un grande direttore di doppiaggio, mi ha aiutato a vivere questo lavoro con professionalità ma anche allegria. Sento la responsabilità di questo nome. Tra l'altro abbiamo organizzato a Porto Rotondo il Premio De Angelis, con premi intitolati a Vittorio, Manlio, Gualtiero ed Enrico (il fratello di papà che ha fondato il Quartetto Cetra e poi lo ha lasciato perché si è innamorato di una donna, ma ha avuto comunque successo nella vita). L'evento si chiama "Voci tra le onde", stiamo organizzando la seconda edizione. La prima di due anni fa è stata una festa, ho visto quanto i miei colleghi hanno voluto bene alla mia famiglia. Purtroppo ho perso papà, mamma e Vittorio nel giro di tre anni.
Anche i tuoi figli fanno lo stesso mestiere?
Mia figlia di 25 anni ha iniziato da piccola, poi ha smesso. Ma si è messa a studiare teatro, un giorno mi ha svegliata e mi ha detto: "Mamma, voglio fare questo". Mio figlio ha 13 anni e lo fa ogni tanto, è normale che se serve un bambino chiami il figlio di un doppiatore.
Forse per questo c'è la tradizione, nel doppiaggio, di tramandare il mestiere di padre in figlio.
Per molti è una cosa scandalosa, a me sembra naturale in campo artistico, succede anche tra pittori, scultori, musicisti. Mio padre non voleva, io faccio doppiaggio grazie a mio fratello che ha deciso di farlo e di studiare teatro. Io ho iniziato a 15 anni, poi raggiunta la maturità ho deciso di perfezionarmi e fare la gavetta. Per me il teatro è fondamentale per recitare in qualsiasi campo: cinema, radio, tv, doppiaggio.