Elena Santarelli piange in tv dopo la guarigione del figlio: “È un pianto liberatorio, sono stanca”
Nella sua prima intervista televisiva dopo la guarigione del piccolo Giacomo, Elena Santarelli dà finalmente sfogo ai lunghi mesi di tensione accumulata. Ospite di ItaliaSì, la showgirl ha raccontato questi giorni felici, quelli che hanno segnato la vittoria del suo bambino contro il tumore cerebrale maligno che lo aveva colpito più di un anno fa. Giacomo è in follow up, dovrà quindi sottoporsi a una serie di controlli nel tempo, ma il tumore è stato sconfitto ed Elena lo racconta abbandonandosi al pianto: “Io sono anche molto stanca, Marco! E quindi è un pianto di liberazione”. Elena ha appreso da qualche giorno, insieme al figlio e al marito Bernardo Corradi, la buona notizia: “La mia dottoressa gli ha mandato un audio sul telefono spiegandogli che quella di pochi giorni fa era l’ultima chemio, che ha vinto la battaglia e che quella malattia brutta non c’era più”.
L’intervento subito da Giacomo
La Santarelli ha raccontato per la prima volta che il figlio Giacomo, prima di guarire, ha subito un intervento necessario a rimuovere chirurgicamente il tumore, oltre a sottoporsi alla chemioterapia. La showgirl ha ricordato di avere dovuto accompagnare il figlio in sala operatoria e attendere che si addormentasse per effetto dell’anestesia prima di lasciarlo: “È un dolore atroce, io lo vorrei rivedere e devo aspettare tutte queste ore. Non ho mai raccontato di questo intervento. Lo faccio adesso perché è tutto finito e anche per dare speranza a tutte le altre famiglie”.
I sorrisi di chi nasconde il dolore
Elena ha voluto rispondere inoltre a colore che, nel corso di questi mesi difficili, l’hanno criticata per avere continuato a fare la sua vita, il suo lavoro, per avere vissuto e dispensato sorrisi, invece di arrendersi alla disperazione. Ai messaggi impietosi ricevuti sui social, la showgirl ha offerto ancora una volta la sua espressione più solare: “Tutte quelle persone che mi hanno criticato per il sorriso (…) non è che sorridevo perché me ne fregavo, sorridevo perché era una gratitudine interna che non potevo spiegare e che solo i miei amici sapevano”.