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Ecco quanto è costato Sanremo

Tutti i cachet e tutti i retroscena svelati, come ogni anno, da Vanity Fair che tira le somme nel vero senso della parola alla kermesse e rivela alcuni particolari che erano rimasti nascosti, come lo sfogo di Finardi su Celentano: “Adriano ha rotto i c…”.
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Tutti i cachet e tutti i retroscena svelati, come ogni anno, da Vanity Fair che tira le somme nel vero senso della parola alla kermesse e rivela alcuni particolari che erano rimasti nascosti.

A quasi una settimana dalla fine della kermesse, il Vanity Fair come di consueto, tira le somme sul Festival di Sanremo 2012, svelando retroscena, curiosità e soprattutto, portando alla luce le cifre dei cachet dei protagonisti. Nell'edizione che ha visto il trionfo di Emma Marrone, il piatto è ricco nonostante la crisi. Partiamo dal conduttore Gianni Morandi che ha guadagnato lo stesso stipendio della scorsa edizione, ovvero 800mila euro più 500mila euro di telepromozioni. Non ce ne voglia il  "ragazzo della via Gluck" ma, considerando che nella televendita lancio della nuova automobile di marchio tedesco e dell'azienda italiana di energia e petroli, il conduttore bolognese sembrava più intento a leggere dal gobbo che ad interpretare a memoria e con enfasi i toni tipici rasseneranti delle promozioni, è davvero un prezzo altino.

Un buon colpetto anche per Belen Rodriguez ed Elisabetta Canalis che, per rimpiazzare la Mrazova nelle prime due serate, hanno guadagnato 120mila euro in due. Niente male, considerando che nella scorsa edizione guadagnarono 160mila euro a testa. Le splendide coreografie di Daniel Ezralow e Franco Miseria sono costate 400mila euro mentre il corpo di ballo è costato, in tutto, 40mila euro. E Ivana Mrazova? L'equivoco televisivo dell'anno, talmente un mistero dello showbiz che neanche Wikipedia sa poco o nulla sul suo conto, ha avuto un prezzo contenuto, stando alle stime di Vanity Fair, appena 30mila euro. Della serie: dimmi il tuo cachet e ti dirò chi sei. La sorpresa di Sanremo 2012 è stata la presenza del versatile artista lucano, Rocco Papaleo. Qui la Rai incassa un altro bel risparmio, considerando che Luca & Paolo lo scorso anno costarono 150mila euro a testa, la stessa cifra l'ha percepita il partner di Morandi.

Adriano Celentano a Sanremo

Gli autori del Festival, tra i quali figura anche il "poeta degli adolescenti" Federico Moccia, hanno percepito in tutto 340mila euro più le spese, più o meno la stessa cifra spesa anche lo scorso anno. Tagli sulla regia: quest'anno Stefano Vicario guadagna 75mila euro contro i 100mila euro della scorsa edizione percepiti da Duccio Forzano. In totale le cinque serate del Festival sono costate circa 18 milioni di euro, Celentano compreso, anche se mancano "agli atti" ancora qualche fatturina qua e la proprio del Molleggiato. Già, il contestato Adriano Celentano che, per se ed il suo staff, ha fatto spendere alla Rai quasi 25mila euro fino a Domenica 19, sempre stando a quanto riferisce Vanity Fair.

Ricordate il problema al sistema del televoto durante la prima serata del Festival di Sanremo? Pare che quell'inconveniente sia costato alla Rai, in introiti pubblicitari, la somma incredibile di 650mila euro, come, citando testualmente, si legge sulla rivista di costume:

La Ipr Marketing, pagata dalla Rai per fare il conteggio dei voti dei 300 giurati dell’Ariston e del pubblico a casa, si è aggiudicata l’appalto grazie a un ribasso del 56,16 per cento. La prima serata, però, il sistema di rilevazione è andato in tilt, facendo perdere alla Rai spot pubblicitari per un valore di 650 mila euro. La Rai ha addossato la responsabilità alla Ipr, ma ancora non si sa se intenda rivalersi. La Ipr Marketing, sempre per conto della Rai, alla prima proiezione sul risultato del ballottaggio per l’elezione del sindaco di Milano – 29 e 30 maggio 2011 – aveva sbagliato dando una percentuale del 44 per cento a Letizia Moratti e del 45 per cento a Giuliano Pisapia, che poi ha vinto con il 55,1 contro il 44,9.

Ipse dixit, gli artisti di Sanremo 2012

Un capitolo a parte meritano le impressioni dei protagonisti raccolte dalla direzione di Luca Dini. Su tutti, conviene partire proprio dalla vincitrice Emma Marrone che con la sua Non è l'inferno canta il disagio sociale del precariato e dei tempi duri che corrono. Battuta infelice per Emma che fa storcere doppio muso a quanti già erano basiti nel sentirla parlare di "stato sociale":

Non parlo di Articolo 18, non saprei che dire. È roba di un’altra generazione.

Un bel pezzo di satira involontaria lo offre il giovane, quanto inesperto di cifre, Pierdavide Carone che, a sentirsi chiedere di canone Rai risponde con sincerità:

Il canone Rai? Io non l’ho mai pagato. Ma quanto costa, 50 euro?

Ma come fa Nanì a non innamorarsi di lui? Dalla coppia Carone-Dalla alla modestia dei Matia Bazar nelle parole del proprio leader:

Vorrei sapere perché nessuno sa in questo Paese che i Matia Bazar sono il gruppo italiano più popolare nel mondo.

La chiusura di quest'approfondimento sul dopo-Sanremo e i suoi cachet spetta, a mò di passerella d'onore, ad Eugenio Finardi. Ha saputo emozionare con la sua E tu lo chiami Dio, canzone profonda e spirituale, ma sulle perfomance e tutto il "cucuzzaro" di querelle intorno ad Adriano Celentano è stato abbastanza diretto e senza fronzoli:

Sì. Celentano ha rotto un po’ troppo i coglioni.

Credevamo di aver visto tutto il potenziale "gialappiano" grazie al boom di Sanremo su Twitter, ma la partecipazione diretta, il contributo degli artisti rende più chiare le cose e, in certi casi, avvalora i tanti che in 140 caratteri hanno espresso, sul sito di microblogging, pareri ampiamente condivisibili con quanto evidenziato da questo servizio.

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