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Celentano torna a Sanremo per l’ultima serata [VIDEO]

Era attesissimo il ritorno del molleggiato al Festival di Sanremo 2012 dopo l’intervento che ha fatto tanto discutere nel corso della prima serata. Con tempi ristretti a mezz’ora e tutti gli occhi puntati su di se, Adriano Celentano torna per rispondere alle polemiche e alle accuse mediatiche.
A cura di Laura Balbi
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Era attesissimo il ritorno del molleggiato al Festival di Sanremo 2012 dopo l’intervento che ha fatto tanto discutere nel corso della prima serata. Con tempi ristretti a mezz’ora e tutti gli occhi puntati su di se, Adriano Celentano torna con il suo monologo.

Il ritorno di Adriano Celentano nel corso della serata finale di Sanremo 2012 era tra i momenti più attesi della kermesse. Stemperata la tensione della conferenza stampa durante la quale Morandi ha fatto notare di non aver ricevuto nessun complimento per aver portato Celentano a Sanremo 2012, che ha registrato la serata con maggior numero di ascolti, ci si aspetta un nuovo intervento sui generis del cantante. Ingresso sul palco nel bel mezzo di C'era un ragazzo che come me, cantata da Morandi live in mezzo al pubblico dell'Ariston. Irrompe, ed interrompe, Celentano con un rock swing interpretato con supporto di chitarra elettrica. Ma la musica cede il passo alle sue parole, siamo tutti orecchie per scoprire cosa dirà Celentano. Bicchiere d'acqua d'ordinanza. "La corporazione dei media si è unita contro di me, neanche avessi fatto un colpo di stato." Prosegue: "Tra i pochi che mi hanno difeso un prete da Mara Venier, Don Mario." "La vostra piaga diventa più profonda in quanto vi distolgono dal capire. Per continuare a non farvi capire dal mio discorso estrapolano frasi e ne stravolgono il senso."  Si giustifica. "Ma io sono qui per parlare con 16 milioni di persone, del senso della vita, della morte. Divertirci a fantasticare sul dove e come sarà il paradiso, invece di allontanarci dal Padre Nostro dovremmo avvicinarci, e non importa non averlo mai visto, l'unica via da seguire e non da interrompere sarebbe la sua."

Non è difficile intuire dove sta andando a parare. "E' su questi temi che dovrebbe basarsi un giornale che si chiama Famiglia Cristiana o Avvenire, perché loro fanno politica anziché parlare di Dio." La lingua batte dove il dente duole, appunto, e Adriano è un provocatore. Fischi dal pubblico, "Adriano Basta!" tuona una voce fuori dal coro, ma l' Ariston applaude, poi inveisce, lo interrompe, si divide. Lui fa appello alle sue doti di oratore: "Ho detto andrebbero chiusi, siamo ancora in democrazia, posso esprimere la mia di opinione." "Quel che voglio dire è fare appello a questi giornali e chiedere di occuparsi della vita di Gesù. Adesso potete fischiare" dice provocatoriamente alla fine della prima parte del suo intervento, in cui si inserisce lo spazio musicale de La cumbia di chi cambia. Finisce di cantare, il pubblico ancora una volta si divide. Breve scambio di battute con Morandi: "Adriano grazie, è stato bello." La replica secca: "Prego. Anche per me". Le gag stemperano la tensione: prima quella con il direttore d'orchestra e dopo con il bicchiere d'acqua. Dal pubblico c'è partecipazione, ci si aspetta un proseguimento del monologo, ma arriva la sua Ti penso e cambia il mondo, cantata in duetto con Gianni, tra pacche sulle spalle quasi padre – figlio. Scrosci d'approvazione per la sua musica, c'è un abbraccio sincero tra i due cantanti. Celentano esce di scena sulle ultime note del suo intervento, e Morandi gli fa l'elogio finale: "Adriano ama la musica, ama Sanremo, Adriano non odia nessuno."

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