Addio a Gigi Proietti, Renzo Arbore: “Un pilastro per lo spettacolo italiano”
La morte di Gigi Proietti ha lasciato che l'Italia si svegliasse in una profonda tristezza. Ricoverato da quindici giorni per problemi cardiaci in una clinica di Roma, le sue condizioni si sono aggravate nella notte. Aveva messo in allarme la notizia, lanciata nella tarda serata di ieri dal quotidiano Il Tempo. Purtroppo, l'attore non ce l'ha fatta. Il cordoglio di tanti artisti giunge via social. Alessandro Gassmann, con cui Gigi Proietti aveva lavorato nel suo "Il premio", è stato tra i primi a lasciare un ricordo: "Ciao Maestro e amico". Anche Aurelio De Laurentiis, storico produttore e presidente del Napoli, ha scritto: "Unico e irripetibile, un percorso di romanità eccelsa". Carlo Verdone ricorda "il migliore tra gli attori". Matteo Garrone, suo ultimo regista per Pinocchio: "Grazie Gigi". Enrico Brignano, suo allievo: "Ero l’alunno davanti al maestro, quando c’eri tu tra il pubblico, anche dopo 30 anni di palcoscenico". E ancora Enrico Montesano, che lo ricorda con una frase di Febbre da Cavallo, Carlo Verdone che lo definisce il più grande degli attori, ad Alberto Angela che recentemente aveva collaborato con lui in televisione.
Le reazioni dei colleghi e dei vip
Alessandro Gassmann: "Ciao Maestro e amico". Aurelio De Laurentiis: "Il tuo teatro, unico e irripetibile, ci ha accompagnato negli anni in un percorso di romanità eccelsa". Cesare Cremonini: "Ogni donna e uomo dello spettacolo ti deve molto". Fabio Fazio: "Senza parole. Questa volta l'inchino a Gigi Proietti lo facciamo tutti noi". Veronica Pivetti: "Una gioia e un onore aver fatto un pezzo di strada con te, Proietti". Daniela Collu: "Come svegliarsi e scoprire che è crollato il Colosseo". Gabriele Corsi: "Com'è che salutavi sempre? Ciao Core". Ubaldo Pantani: "Proietti è stato un Padre della patria comica e andandosene a 80 anni ci fa rendere conto di quanto siamo diventati vecchi. Grazie di averci fatto ridere così bene".
Anche la televisione omaggia Gigi Proietti
Anche la tv sta ricordando in queste ore Gigi Proietti. Tutte le trasmissioni stanno stravolgendo le scalette sin dalle prime ore del mattino. Da Agorà, su Rai3, fino a UnoMattina: "Un uomo colto, popolare nel suo atteggiamento, in grado di rendere semplice tutto come solo i grandissimi sanno fare". Presto saranno annunciati cambi di programmazione.
Renzo Arbore: "Il più eterogeneo della sua generazione"
Arriva anche il ricordo di Renzo Arbore, amico e sodale di Proietti che con lui aveva fatto moltissime cose, in Tv e a teatro: "Ci sono dei personaggi che non sono dei semplici attori o intrattenitori o registi o cantanti o umoristi, ma sono degli autentici pilastri dello spettacolo. Gigi Proietti è uno dei pilastri sui quali si reggeva lo spettacolo italiano, tutto lo spettacolo italiano. Si ricorreva a lui quando bisognava celebrare l'antica Roma, come ha fatto la saggiamente Alberto Angela e si ricorreva a lui per raccontare una facezia romana dei borghi, si ricorreva a lui quando si voleva cantare una canzone meravigliosa, o quando si voleva fare una risata, ma anche quando si doveva pensare o si voleva chiedere un parere sulla società civile o sullo spettacolo. Gigi è stato il più eclettico artista della sua generazione. L'idea di intestargli il Teatro Brancaccio mi sembra assolutamente un'idea da sposare. Gigi per il teatro e per la diffusione del teatro ha fatto veramente quanto non sono riusciti a fare altri: dalla regia, alla direzione, alla scoperta di nuovi talenti. E' difficile elencare i meriti di una personalità così eclettica come quella di Gigi Proietti. Per me, diciamo, provinciale foggiano trapiantato a Napoli, Gigi personificava Roma, la sua grandezza, la sua bellezza e il suo spirito, la sua cultura. E' l'erede veramente di grandissimi come Aldo Fabrizi, Alberto Sordi. Erede dell'umanità, del disincanto romano, delle qualità dell'ospitalità e dell'accoglienza che i romani hanno tra le proprie caratteristiche. E' inutile elencare le malefatte fatte insieme, ha partecipato perfino al mio mio film FF.SS. dopo che io ho partecipato a quasi tutti i suoi programmi televisivi di varietà, ricordando vecchie canzoni, e lui è stato protagonista di molti miei programmi televisivi, sempre con un'idea vincente. Tra i miei ricordi più belli c'è la sua partecipazione a "Meno siamo, meglio stiamo" dove veramente ha sintetizzato quella parte dello spettacolo leggero che lui condivideva insieme allo spettacolo importante del quale è sempre stato rappresentante. Capisco che ogni giudizio su Gigi è riduttivo in questo momento, effettivamente lo shock è stato violentissimo per me. Accanto all’intesa artistica c’è un’intesa umana che è stata fondamentale nella mia carriera, con lui e con la sua famiglia. Eravamo amici confidenti".
Salemme: "Ti scrivo perché non so se sarà consentito venire a darti un ultimo saluto"
Rutelli: "Ha portato la romanità nelle case di tutti gli italiani"
Parla l'ex sindaco di Roma e attuale presidente Anica Francesco Rutelli, attraverso un ricordo pubblicato su La Stampa: “Anche quando Roma è stata avversata e combattuta, Gigi Proietti è stato amato dal grande pubblico di ogni parte del nostro Paese. Perché è stato ironico, non retorico. Intelligente, e critico. Non era necessario aver letto Pascarella, o Trilussa, o avere ascoltato Petrolini: lui ce li ha portati a domicilio, sempre bussando educatamente alla porta, ed era un piacere farlo entrare. La sua romanità sapeva imparare dal Belli, da Gassman, come dal vicino di casa: era un gran modo di descrivere una realtà controversa, un quotidiano contraddittorio, una conquista oppure un fallimento. La riproduzione audiovisiva delle sue performance ci permetterà di non perderlo, e questo è un privilegio del nostro tempo, ma la sua voce si è spenta per sempre, e questa è la dolorosa prova della morte. Il silenzio della voce di Gigi Proietti rende più povera la nostra nazione. Tutti però abbiamo la certezza che non è stato sprecato il tempo della sua vita, anche quello di uno scherzo o di una "vassallata". Perché alla sua scuola si sono formati nuovi talenti, giovani che ora dovranno dimostrare di essere all'altezza degli insegnamenti e dell'esperienza del Maestro”.