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Dostoevskij tra le mani di Emma, un’immagine di cui avevamo bisogno

Roberto Saviano ha invaso lo studio di “Amici” consegnando decine di copie de “Le Notti Bianche”, uno stupendo racconto sull’amore, che nel 1848 non era diverso da ciò che è oggi. L’unione di due mondi apparentemente inaccostabili sta tutto in questa stupenda immagine di Emma, che tiene tra le mani l’opera di Dostoevskij.
A cura di Andrea Parrella
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L'amore ai tempi moderni è una conversazione di WhatsApp aperta, la persona dall'altra parte con la dicitura online lampeggiante sotto il suo nome, il nostro "Ciao" che campeggia, solitario, senza una risposta che arriva. E' la sensazione che l'interlocutore da quel saluto sia annoiato, che non risponderà o che risponderà in un modo che non ci basti (perché, quando si sta così, non basta mai!). L'amore è tante altre cose, ma è anche questo. La straordinaria esperienza di patire per amore, o di solitudine (spesso le due cose coincidono), porta a tante domande, ci si appella all'incapacità di tradurre in parole quello che si sta avvertendo, sentire all'altezza del petto il malumore che si materializza come una massa che occlude, ostruisce il respiro senza bloccarlo, facendoci avvertire a pieno quel senso di asfissia. Non si trova la via di spiegare l'onda emotiva di alti e bassi che caratterizza le nostre manifestazioni umane. E si sbatte la testa contro il muro, inevitabilmente.

Ecco, nei libri tutte queste cose ci stanno, nei libri che forse abbiamo in casa e non abbiamo letto. Si ritrova tutto lì perché, dice bene Saviano, nei libri c'è vita, la nostra, tradotta in parole. Lo scrittore questa volta è inattaccabile e fa centro con la sua scelta, propone al pubblico di "Amici" e ai giudici in studio, un flash mob di letteratura, consegnando decine di copie de "Le Notti Bianche" di Dostoevskij. Una provocazione, che mescola in un solo momento due mondi apparentemente inaccostabili, complice quella puzza sotto il naso con la quale guardiamo, spesso, al mondo televisivo targato De Filippi. "Le Notti Bianche" è un racconto stupendo, che l'autore russo scrisse quando di anni ne aveva 27, in grado di riassumere alla perfezione, nella sua brevità e immediatezza, lo sconfinato flusso di cose che accadono a noi comuni mortali quando ci ritroviamo ad avere a che fare con l'affare più ingestibile che esista: l'amore, appunto. Narra di un sognatore, in cerca di un sentimento travolgente mai trovato, figuratosi solo nella propria fantasia, tutto ciò che ha. Un amore che trova d'improvviso, passeggiando di notte, per puro caso. E rilevando, dolorosamente, l'unidirezionalità di quel sentimento estremo, non ricambiato. La scoperta più sorprendente che potrete fare, sfogliando quelle pagine, è che al netto di WhatsApp l'amore non cambia, nel 1848 era identico ad oggi nelle sue dinamiche.

Se vi è mai capitato di rifiutare il rispetto di chi amate scambiandolo per una forma di pietà, immaginandovi nel frattempo la distanza siderale e drammatica che separa il vostro coinvolgimento da quello dell'interlocutore; insomma se siete mai stati affetti da quel male straziante, ma meraviglioso per i suoi effetti dirompenti, qual è l'amore, vi specchierete in ogni singola riga de "Le Notti Bianche". L'immagine di Emma Marrone che tiene tra le mani quel capolavoro e lo osserva con sincera curiosità è tra le istantanee più potenti che la televisione potesse consegnarci di recente, in tempi che non si fa fatica a definire bui, o quantomeno scoloriti. Non si sa se la lettura, come suggerisce Saviano, allunghi la vita, ma certamente ci aiuta a capire quella che stiamo vivendo. Niente meglio delle parole di Dostoevkij potrebbe tradurre il sollievo nel vedere lo scrittore russo invadere lo studio di Amici, "Le Notti Bianche" si chiude così:

Mio Dio! un intero minuto di beatitudine! E' forse poco, sia pure in un'intera vita umana?

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