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Delhi Crime su Netflix, perché proprio oggi dovreste vederla

Il 25 novembre è la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. In una data così importante, guardare a quanto accade nel mondo, seppur attraverso una serie televisiva può darci contezza di un fenomeno terribilmente diffuso e difficile da distruggere. Ed ecco perché una serie come Delhi Crime, su Netflix, che racconta lo stupro di gruppo avvenuto a Nuova Delhi nel 2012 ai danni di una giovane donna, può acquisire un significato ancor più intenso, in un giorno in cui si combatte la violenza di genere.
A cura di Ilaria Costabile
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Il 25 novembre è la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, una data dietro cui si cela una battaglia quotidiana diluita in un tempo lungo e doloroso, durante il quale si sono susseguiti atti osceni, crudeli e ignobili contro donne di ogni età, provenienza, ceto sociale. Colpevoli solo di essere femmine e, quindi, in un ancestrale immaginario più deboli, sottomesse, incapaci di ribellarsi e reagire. Tante ne abbiamo sentite di storie di donne, maltrattate e violate, ma spesso è necessario che la violenza si traduca in immagini per percepirne la brutalità. Ed ecco che in una giornata significativa come questa, una serie televisiva come Delhi Crime, disponibile su Netflix, può darci contezza, ancora una volta, di quanto sia inaccettabile che una donna sia sottoposta a continue umiliazioni, corporali e mentali che, nel più terribile ma frequente dei casi, portano alla morte.

Il racconto di una tragedia

La serie, scritta e diretta da Richie Mehta, è approdata su Netflix il 22 marzo 2019 e si compone di sette episodi, di cui i primi due sono stati premiati al Sundance Festival. La storia viene raccontata dopo uno stupro di gruppo avvenuto a Nuova Delhi e vede la Vice Commissario Vartika Chaturvedi alla guida di una estenuante e sempre più difficile caccia ai colpevoli. Accanto a lei lavorerà il corpo di Polizia della Delhi Sud e la giovane quanto appassionata agente Neeti. In Delhi Crime la gravità del racconto cresce in maniera esponenziale, disegnando fedelmente le reazioni delle istituzioni davanti ad uno dei tanti crimini che avvengono nella capitale indiana e restituendo la presa di coscienza di un problema grave, esistente da tempo, come quello della violenza contro le donne. Sin dalle prime immagini emerge come queste ultime non si sentano sicure a condurre una vita in piena normalità, tanto che la figlia della protagonista esprime il desiderio di andar via dalla sua città, per poter vivere liberamente. La stessa Vartika si mostra come una donna indurita dal suo ruolo apicale e dal dover sgomitare in un mondo di uomini. Ma davanti alla brutalità del caso che si trova ad affrontare, si ricongiunge al suo lato prettamente femminile, e convoglia nella sua persona tutte le forze necessarie per scuotere un sistema che da troppo tempo ha chiuso gli occhi dinanzi ad atti violenti e mai puniti a dovere. I sette episodi raccontano in maniera cruda e diretta, tutto quello che si è mosso attorno al caso della giovane donna vittima di un'aggressione terribile a cui, in ogni modo, nonostante la sua morte, si proverà a dare giustizia.

Lo stupro di gruppo di Nuova Delhi

Quella raccontata in Delhi Crime è la terribile storia di Jyoti Singh Pandey, una ragazza di 27 anni, indiana, che nel 2012 fu stuprata brutalmente da 12 uomini, mentre si trovava a bordo di un autobus. La giovane donna riportò ferite così profonde e laceranti che, nonostante fosse stata soccorsa e portata in ospedale, è deceduta il giorno successivo all'aggressione. Una morte lenta, provocata dalla ferinità degli uomini e mai termine potrebbe essere più adatto, vista la bestialità con cui il corpo di quella ragazza è stato massacrato. Fu un caso mediatico di rilevanza internazionale e l'indignazione da parte dell'opinione pubblica fece in modo che la polizia seguisse in maniera precisa e accurata le indagini, dal momento che l'India fu particolarmente scossa da questo terribile episodio. Una storia del genere, raccontata in maniera così dettagliata, ripercorrendo le fasi della violenza e il percorso della giustizia, ci descrive ancora una volta come davanti ad un fenomeno così capillarmente diffuso, ci sia ancora molto lavoro da fare affinché nessuna donna si ritrovi ad essere vittima, solo per il fatto di non essere nata uomo.

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