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Daniele Luttazzi: “Carlo Freccero mi ha censurato. È sovranista, cioè fascista 2.0”

Perché non è andata a buon fine la trattativa tra Luttazzi e il direttore di Rai2 per un suo ritorno in tv? Lo spiega il comico, con parole durissime, fornendo la sua versione dei fatti e smentendo l’esistenza di un negoziato economico con la Rai. Freccero replica: “Quanta cattiveria, risponderò nel mio libro”.
A cura di Valeria Morini
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Chi sperava in un ritorno di Daniele Luttazzi in tv, nella Rai2 di Carlo Freccero, è destinato a restare deluso. L'incontro tra i due effettivamente c'è stato, ma non è andato a buon fine, stando a quanto ha raccontato lo stesso Luttazzi in un articolo scritto di suo pugno sul Fatto Quotidiano. Senza mezzi termini, il comico racconta di essere stato "censurato" dal direttore di rete e dall'azienda pubblica.

Il primo incontro

Il colloquio tra Freccero e Luttazzi, assente da 18 anni dopo la "purga" del suo Satyricon, risalirebbe ad aprile. Presenti anche produttori della Ballandi e lo staff di Freccero. Quest'ultimo, secondo la ricostruzione di Luttazzi, avrebbe immediatamente parlato di "controllo editoriale", con tanto di gesto delle manette.

Allora gli ricordo due cose:
1) 16 anni di processi vinti dimostrano abbondantemente che faccio satira secondo i criteri stabiliti dalla legge (satira continente e non diffamatoria).
2) definirmi "rischioso" significa essere complice del bullismo che mi fece cause pretestuose per tapparmi la bocca. Inoltre, è apologia del conformismo.
Poiché controllare la satira è una forma di censura, propongo una soluzione che salvaguardi il diritto Rai di decidere cosa trasmettere, e il mio diritto costituzionale di fare la satira che voglio: consegnerò la registrazione della puntata il giorno prima della messa in onda, Freccero potrà decidere quali parti tagliare, e al loro posto metterò un riquadro nero con la scritta “materiale satirico giudicato non idoneo alla messa in onda”. Freccero guarda i suoi e sorride: l’ostacolo è rimosso. […] L’incontro finisce. […] Non faccio in tempo ad arrivare a casa, che l’agenzia Agi dà la notizia dell’incontro, con un’intervista a Freccero ricca di dettagli.

La trattativa economica che non ci sarebbe mai stata

Il racconto passa quindi a un secondo incontro datato maggio, nel corso del quale si affrontano la questione della produzione (passata da Ballandi alla Rai), del famoso riquadro nero, della necessità di avere uno studio a Roma e uno a Milano. Il tutto, non senza discussioni, sembra essere risolto, ma la trattativa si arena sulla questione compenso. La cifra richiesta da Luttazzi sarebbe eccessiva per la Rai, che rimbalza la controproposta a un "ufficio preposto" dell'azienda. Luttazzi, però, non avrebbe mai ricevuto chiamate dal suddetto ufficio. Il progetto è così saltato definitivamente.

Due giorni fa, Freccero dichiara che le trattative con me si sono interrotte per tre motivi.
1) “Il poco tempo a disposizione, in 4-5 mesi non si possono fare miracoli” (Miracoli? A maggio già si poteva concludere l’accordo, se davvero avessero voluto);
2) “La richiesta economica elevata” (Lo ripeto per i finti tonti: NON C’È STATA ALCUNA TRATTATIVA ECONOMICA CON LA RAI);
3) ”La satira di Luttazzi si basa su potere e sesso, che mi stanno bene, e sulla religione: in questa epoca pre-moderna ho ritenuto che quest’ultimo fosse un tema troppo difficile da affrontare” (Oooh, ecco il vero motivo; e in ogni epoca, anche premoderna, questa si chiama censura).

L'affondo e la replica di Freccero

Durissima la chiusura di Luttazzi: "In una intervista di qualche settimana fa, Freccero si è divertito a spiegare che, a differenza di Debord, lui usa il situazionismo in favore dello spettacolo, non contro di esso. S’è fatto reazionario. Si professa addirittura sovranista (cioè fascista 2.0, come la Le Pen). Non mi resta che affidare all’icasticità di un gesto l’espressione del mio giudizio in merito. Complimenti a tutti (Non lo dico io, lo dice l’ufficio preposto)". Sempre dalle colonne del Fatto Quotidiano, è arrivata la risposta di Freccero, che ha liquidato così la faccenda, mettendo (almeno per il momento) il punto sulla questione.

Se dovessi rispondere, la mia replica sarebbe piena di cattiveria per far fronte alle cattiverie delle considerazioni di Luttazzi. Non mi va, non mi piace giungere a questo punto, e nemmeno è questo il tempo. Spiegherò i miei rapporti con Daniele nel libro che scriverò su questa mia ultima esperienza in Rai

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