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Da Angela ad Augias, se la cultura in Tv ci porta dove oggi non possiamo più andare

La Tv generalista attinge frequentemente dalla retorica delle meraviglie italiane, spesso con grande successo di ascolti. È il caso di Alberto Angela, ma anche di Corrado Augias (al netto delle polemiche). Un riscontro che è legato anche all’effetto pandemia, alimentando il desiderio di conoscenza per luoghi oggi inaccessibili.
A cura di Andrea Parrella
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Da qualche stagione, ormai, si parla con una certa insistenza del successo della cultura in Tv. Due parole che sembrano distanti anni luce una dall'altra, cultura e Tv, così lontane da fare notizia se accostate. L'approfondimento culturale in televisione è, per questa ragione, un grande tabù, frutto di una formula matematica misteriosa, incerta, nient'affatto di riuscita sicura. Lo abbiamo visto mesi fa con il caso flop di Viaggio nella grande bellezza, programma con Cesare Bocci che, pure acclamato sui social, era stato chiuso in anticipo da Canale 5 per ascolti insufficienti (è notizia di queste ore che tornerà in onda in prima serata in estate).

Il caso di Alberto Angela

Ci sono, al contrario, fulgidi esempi di come questo filone televisivo possa funzionare benissimo, soprattutto in prima serata. Il caso abbagliante, che ha di fatto rinvigorito la discussione sulla cultura in Tv, è ovviamente quello di Alberto Angela, tornato con Ulisse per il compleanno di Roma. Il divulgatore, forte della dinastia da cui discende e della "gavetta" fatta in Tv sin da giovanissimo, ha perfezionato i suoi format storici e ne ha creati di nuovi che, in contemporanea a uno stile indistinto, sono stati in grado di trasformarsi in serate evento. Seguire Angela è diventato un momento liturgico collettivo che è quasi in grado di prescindere dal contenuto stesso. Gli ascolti di questi ultimi anni, spesso impensabili ma sempre e comunque altissimi per programmi di approfondimento culturale, confermano che quello di Alberto Angela è un germe da cui la Rai dovrebbe investire perché attorno a lui si sviluppi un movimento.

Augias, le polemiche su Napoli, il successo di ascolti

Un altro segnale del momento fortunato dell'approfondimento culturale in Tv è arrivato in queste ultime settimane con l'indiscutibile successo di pubblico di Città Segrete di Corrado Augias. Seppure accompagnato da aspre polemiche, come quella per l'approfondimento su Napoli, il programma di Augias si è tenuto stabilmente al di sopra dei 2 milioni di telespettatori su Rai3, sfruttando la possibilità di essere l'unica alternativa all'intrattenimento di Maria De Filippi.

Perché la cultura in Tv funziona?

Ma forse il successo di Augias, così come quelli di Angela, è un altro di quei fenomeni televisivi ai quali ha contribuito l'effetto della pandemia, che è riuscita a toccare indistintamente qualsiasi aspetto delle nostre esistenze. Trasmissioni di questo tipo cavalcano egregiamente, non solo nei titoli, la retorica delle meraviglie, della grande bellezza inesplorata, a noi sconosciuta. Si prova a riempire il vuoto di conoscenza di un popolo mediamente ignaro del patrimonio da cui è circondato. Ma con la pandemia pare essere cambiato il paradigma. Se un tempo la risposta dello spettatore poteva essere di stupore nel sapere che certi esempi di splendore si trovassero a pochi passi da casa sua, per questa stessa ragione oggi li osserva con la smania di poterli guardare da vicino inibito dalla pandemia stessa. Come se il pentimento del non sapere si fosse trasformato, ad oggi, nel desiderio di conoscenza. 

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