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Corrado moriva 14 anni fa, oggi la tv è piena zeppa di sue idee

Corrado Mantoni moriva l’8 giugno 1999, lasciando un patrimonio immenso alla radio e alla televisione italiana. Non fu solo estremamente popolare, ma si fece anche portatore di una televisione che fosse portatrice di idee proprie, non solo pronta ad incamerare quelle dall’estero.
A cura di Andrea Parrella
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Potrebbe sembrare troppo facile lasciarsi andare a sentimentalismi oggi, nel giorno dell'anniversario della morte di Corrado Mantoni. Ed è pure vero che, pronunciato per nome e cognome, uno fa pure fatica a riconoscerlo, Corrado e basta. L'otto giugno del 1999 moriva uno dei più noti conduttori della televisione italiana, la cui storia professionale comincia, per la verità, molto prima. Non solo per la televisione, ma pure per la radio Corrado ha svolto un ruolo di primaria importanza, avendo annunciato personalmente eventi di non poco conto: fu la sua voce ad annunciare la fine della Seconda Guerra Mondiale, la nascita della Repubblica italiana, la morte del poeta Trilussa. E così come fu precursore nei format radiofonici (perfettamente trasposti anche in formato televisivo, si pensi a La Corrida), allo stesso modo ha messo alla luce format per la televisione pubblica che ancora oggi vengono utilizzati: si pensi all'istituzionale Domenica In (che dovette vedersela con l'anticonvenzionale "altra domenica" di Arbore), programma che dopo pochi anni gli fu praticamente tolto dalle mani. Appartenente alla schiera dei tenori della tv (con Bongiorno, Baudo e Tortora), si è dimostrato nel corso degli anni un fenomenale talent scout: la Carrà ancora lo ringrazia.

Ma Corrado non è stato solo questo. Rappresenta più di tutto, il profilo di un personaggio televisivo atipico per i tempi moderni, un conduttore di ammiraglie che non è stato semplicemente esecutore di idee altrui, ma si è reso riconoscibile negli anni per un apporto geniale ed inventivo dal punto di vista contenutistico al piccolo schermo. Il suo sodalizio col fratello Riccardo, regista Rai con cui lanciò la firma Corima, ha prodotto spunti e tipologie di intrattenimento che difficilmente finiranno nel dimenticatoio e che, molto semplicemente, continueranno ad essere riproposte sotto altra veste: il paragone tra il format Got Talent e La Corrida non è un caso. Insomma, la tristezza derivante dall'assenza di un personaggio come Corrado non è causata esclusivamente da un generico approccio nostalgico vittima del ricordo. Un certo Umberto Eco, con vena polemica, disse "Corrado è l'Italia, perciò l'Italia lo ama". Ma la sensazione tangibile è che Corrado, così come altri coevi, abbia avuto la fortuna e la capacità di contribuire ad una stagione nella quale la tv italiana si faceva portatrice di idee, non semplice sala d'attesa.

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