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Come nacque il mito di Arnold e la gloria di Gary Coleman (FOTO)

In Italia, il faccino tenero e irresistibile del piccolo Arnold Jackson fece capolino sui nostri schermi 35 anni fa, negli Usa la prima puntata della celebre sitcom andò in onda il 3 novembre 1978. L’attore Gary Coleman, affetto da una disfunzione renale che ne ha bloccato la crescita e lo ha portato a una morte prematura a soli 42 anni, resterà per sempre uno degli enfant prodige e dei miti anni 80 più amati.
A cura di Valeria Morini
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Esattamente 37 anni fa, il 3 novembre del 1978, andava in onda negli Stati Uniti il primo episodio di "Il mio amico Arnold", quella che sarebbe diventata una delle sitcom più amate di tutti i tempi, dalla sigla non meno indimenticabile. Fu la serie che consacrò la stella bambina Gary Coleman, enfant prodige della tv a stelle e strisce. Nella filmografia del piccolo grande attore scomparso nel 2010 ci sono quasi 60 titoli tra film, serie tv, comparsate e apparizioni speciali, ma per tutti Coleman resterà sempre Arnold Jackson, il piccolo e irresistibile orfanello afroamericano di Harlem adottato da una famiglia bianca insieme al fratello Willis. Il cast della serie comprendeva Conrad Bain (Philip Drummond), Todd Bridges (Willis Jackson), Dana Plato (Kimberly Drummond),
Danny Cooksey (Sam McKinney) e Charlotte Rae (Edna Garrett).

"Il mio amico Arnold" durò 8 stagioni in onda dal 1978 al 1986 (le prime 7 prodotte da NBC, l'ultima da ABC)  e generò uno spin off, "L'albero delle mele". L'arrivo in Italia festeggia i 35 anni: inizialmente venne trasmessa sulle reti locali con il titolo "Harlem contro Manhattan", per poi passare nel 1982 a Canale 5.

Il tormentone "Che cavolo dici Willis?"

Oltre ad essere stata una serie tv piuttosto rivoluzionaria dal punto di vista culturale (la convivenza tra bianchi e neri non era certo un argomento scontato negli Usa reaganiani e ancora razzisti degli anni 80: non dimentichiamo che "I Robinson" erano tutti afroamericani), "Il mio amico Arnold" lanciò uno dei tormentoni più celebri dell'epoca: la frase "Che cavolo dici Willis?", rivolto dallo stesso Arnold al fratello interpretato da Bridges. Una battuta che venne rispolverata quando Coleman apparve come special guest star in "Willy il principe di Bel Air", e modificata appositamente in "Che cavolo dici Willy?" per Will Smith, non a caso altra star afroamericana lanciata dal piccolo schermo.

La malattia e la carriera lontano dalla tv

Coleman, nato in Illinois l'8 febbraio 1968, aveva solo 10 anni quando venne scelto per interpretare il piccolo Arnold. Con il passare degli anni, però, il suo aspetto fisico non è mai cambiato, a causa di una grave disfunzione congenita ai reni che ne ha bloccato la naturale crescita. Intrappolato nel corpo di un bambino, Coleman è diventato "vittima" del suo stesso personaggio, dai cui panni non è mai riuscito davvero a staccarsi. Ecco perché nella maggior parte delle produzioni cui ha preso parte, ha interpretato Arnold o se stesso (compresa una puntata di "I Simpson).

Coleman ebbe una breve parentesi nella politica, quando si candidò nel 2003 a governatore della California, prendendo 14.282 preferenze. Abbandonata la carriera attoriale, lavorò inoltre per un certo periodo come guardia privata.

Oltre ai suoi infiniti camei in serie tv, ha fatto capolino in Italia per ben due volte. Nel 1986 fu ospite della trasmissione italiana "Superflash", condotta da Mike Bongiorno dove gli venne regalato un modello di trenino, di cui era un grande collezionista. Nel 2002 è apparso a "Matricole & Meteore" condotta da Enrico Papi.

La morte a 42 anni

Gary Coleman è morto nel 2010 a soli 42 anni. A causa della sua malattia, aveva subito per ben due volte il trapianto dei reni ed era costretto a sottoporsi a dialisi giornaliere. Gravemente debilitato, cadde battendo la testa nella sua abitazione nello Utah e finì in coma, fino a quando la moglie Shannon Price – sposata nel 2007 – non decise di staccare le macchine che lo tenevano in vita.

Il triste destino di Coleman non è molto diverso da altri attori della serie: Dana Plato è morta nel 1999 dopo un buio periodo di dipendenze da droghe e alcool, arresti e povertà (peraltro, il figlio Tyler si è suicidato nel 2010), mentre Todd Bridges è uscito a fatica dalla tossicodipendenza abbracciando la religione cristiana. A lungo si è parlato di vera e propria "maledizione" che ha colpito chi ha lavorato alla sitcom. Sorti avverse a parte, l'adorabile faccino di Arnold resterà per sempre un'icona del piccolo schermo, un capitolo indimenticato della storia televisiva americana (e non solo).

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