Claudio Amendola e il ddl Zan: “La mia è una generazione di maschi ignoranti”
Da giorni, ormai, sono sempre più frequenti le esternazioni di personaggi del mondo dello spettacolo in favore del ddl Zan per una legge contro l'omofobia. Ad aggiunggersi ad una lunga lista di artisti, c'è anche Claudio Amendola, che ospite al Maurizio Costanzo Show, ha tenuto un discorso molto sentito sull'omofobia, sul sessismo e su quanto l'Italia continui a dimostrarsi un paese retrogrado su questi temi.
Claudio Amendola al Maurizio Costanzo Show
Parlando della questione, Amendola ha pronunciato parole forti alla platea, condannando il retaggio culturale maschilista e sessista dell'Italia. Riferendosi a quanto stava affermando in studio Tommaso Zorzi, l'attore ha detto:
Quello che stanno dicendo questi ragazzi giovani dovrebbe essere un insegnamento per quelli della mia generazione, educati da padri padroni, generazioni di maschi ignoranti. C'è una cultura in questo paese molto profonda, che è la stessa cultura che parla delle donne, delle minoranze, che parla degli stranieri, e il comune denominatore è l'ignoranza atavica, che non è l'ignoranza di non aver studiato, ma è ignoranza atavica, dell'anima. E li conosco quegli uomini, sono gente che frequentiamo, quella è gente che noi dobbiamo sputtanare, che non dobbiamo frequentare. E ragazze, lasciateli quegli uomini lì.
Ennesimo rinvio per il ddl Zan in Senato
Intanto la strada per l'approdo in Senato del ddl Zan continua ad essere costellata di ostacoli. Osteggiato e ostacolato da mesi il ddl contro l'omofobia e la misoginia ha subito un nuovo rinvio il 7 aprile, questa volta un passaggio formale. Andrea Ostellari ha applicato il regolamento in modo preciso: "Non c'è nessuna decisione sulla calendarizzazione" del ddl Zan. "In modo unanime l'ufficio di presidenza ha votato l'accorpamento di altri 4 ddl che riguardano la stessa materia del ddl Zan. È una questione di metodo, si sapeva già prima. Ora invieremo la richiesta alla presidente Casellati e vedremo i tempi", ha spiegato il leghista Ostellari lasciando l'ufficio di presidenza della commissione Giustizia, durante il quale M5S, Pd, Leu e Iv hanno chiesto di poter discutere la legge.