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Claudia Galanti a Verissimo: “Credere in Dio mi fa pensare che Indila stia bene”

Ospite di Verissimo, la modella vittima della terribile tragedia della morte di sua figlia ha raccontato come stia provando a superare questo momento di enorme difficoltà, che spesso l’ha spinta a pensare al suicidio: “Ogni madre, se perde una figlia, vuole raggiungerla”.
A cura di A. P.
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Vedere Claudia Galanti in televisione consola in un certo senso i fan della modella, coloro che con un affetto costante sono stati vicino a lei dopo la tragedia della piccola Indila, morta pochi mesi fa. Vederla in televisione, vuol dire almeno poter comprendere che si stia riprendendo, anche se lentamente. A Silvia Toffanin ha rivelato tutti i particolari di questo momento di difficoltà e di quanto sia accaduto in quei tragici giorni, quelli in cui la piccola stava cominciando a gattonare. Ha rivelato alla conduttrice altri particolari della sua difficile quotidianità, come le difficoltà a spiegare agli altri due figli dove sia la piccola bambina:

E' difficile, i miei figli mi chiedono dove sia Indila, io non trovo le parole. Provo a dirgli che lei sia in cielo ma loro mi dicono che, guardandolo, non riescono a vederla.

Claudia Galanti ha anche rivelato che in questo periodo si sta facendo aiutare da dottori e psicanalisti, che sono stati decisamente una fonte di salvezza: "Felicità è una parola grossa per la mia vita. Anche quando pensavo di essere tremendamente felice è accaduto qualcosa di duro nella mia vita. Senza i medici non potrei essere oggi qui. Nella vita devi farti aiutare, cosa che io non ho mai fatto". 

Ha imparato a non domandarsi più cosa sia accaduto in quei giorni tragici, pur essendo naturalmente perseguitata dal pensiero del cosa sarebbe accaduto se ci fosse stata lei:

Non è che mi sia fatta troppo domande, il fine è lo stesso. Ho un dolore così grande da non cercare risposte mediche. E' stato brutto perché me l'hanno detto in aeroporto […] La domanda del "perché proprio a me?" non me la faccio più. Per le cose che mi sono successe capisco che è un prezzo da pagare: essere tanto triste e tanto felice, questo il mio equilibrio. Mi sono sentita in colpa perché non c'ero. Mi faccio sempre queste domanda, cosa sarebbe successo se fossi stata lì con lei, se fossi stata presente e non fosse stata solo col padre. Ma i bambini hanno diritto di vedere il padre, è una cosa che poteva capitare anche a me.

Poi non poteva non essere toccato il punto più dolente probabilmente, ovvero quel pensiero che l'ha perseguitata più volte, l'idea di farla finita, per seguire la sua piccola: "Ogni madre, se perde sua figlia, vuole raggiungerla. E' un istinto, quando vedi tutto buio pensi solo a trovare pace in quel senso". Rivelando infine di essere stata aiutata, molto, dalla fede in Dio, che l'ha portata a dare un senso e una motivazione a tutto quanto sia accaduto:

Se non credessi in Dio non potrei credere che lei stia bene in questo momento. Crederci mi da la serenità di cui ho bisogno. Mi chiedo perché abbia portato via lei.

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