Cinecittà “sotto una buona stella”, Verdone tenta di salvarla dalla crisi
Carlo Verdone e Paola Cortellesi sono stati ospiti della puntata di Verissimo di questo sabato. I due sono sul grande schermo con il film "Sotto una buona stella". Prima di parlare di questo, però, Silvia Toffanin ha chiesto quale sia lo stato d'animo dell'attore ora che il film "La grande bellezza" è candidato all'Oscar come miglior film straniero. Verdone ha risposto:
"Io mi sento uno dei tanti che però ha dato l'anima per Sorrentino. L'Oscar rappresenta l'ambizione di Paolo Sorrentino. Il film è suo. Non andrò a Los Angeles perché mi sembra un presenzialismo inutile. L'Oscar va al regista e al produttore. Preferisco stare a Roma o Milano con gli altri e tifare per Paolo"
Il film "Sotto una buona stella" è stato girato a Cinecittà. Carlo Verdone ha voluto spiegare a cosa sia dovuta la sua scelta:
"Ho deciso di girare a Cinecittà perché è un momento particolare, un momento di crisi, c'è il rischio che venga ridotta. Io ho voluto dare il buon esempio, sperando di trascinarmi dietro altre troupe"
Silvia Toffanin ha anche in serbo una sorpresa per Paola Cortellesi. È intervenuto telefonicamente, infatti, Gianni Morandi. La Cortellesi ha avuto modo di lavorare con lui in passato. A proposito del film, il cantante ha detto:
"È un film divertente ma tratta anche temi importanti e attuali, e poi voi siete una coppia fantastica"
Dunque si passa a parlare del rapporto che Carlo Verdone ha con la critica:
"La leggo, ma pretendo che come io ci metto tanto impegno per fare un film, il critico debba impegnarsi nella recensione. Abbiamo comunque ottimi critici in Italia. Mio padre – Mario Verdone – era un grande critico e aveva rispetto per l'autore, invece oggi molti critici vogliono essere più autori dell'autore che stanno recensendo."
Viene mandato in onda, poi, un video che ritrae l'attore insieme ad Alberto Sordi. Verdone lo ha ricordato così:
"Sordi è la più grande maschera del cinema italiano ed è il più grande attore comico italiano insieme a Totò. Non mi considererò mai erede di Sordi perché di Sordi si può essere solo spettatori incantati."