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Chiuso Mezzogiorno in Famiglia, il maestro Mazza: “Mi sento privo di punti di riferimento”

Lo storico volto della Rai mostra il suo dispiacere per la chiusura del programma di Michele Guardì: “Il problema è che dopo tanti anni che fai un programma ti senti davvero in famiglia”. Ma da precario sottolinea di non essere arrabbiato, né in cerca di una nuova collocazione: “Voglio essere ottimista – dice – qualcosa arriverà”.
A cura di Andrea Parrella
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"Questo gruppo non si scioglierà", aveva detto Michele Guardì per scongiurare la chiusura di "Mezzogiorno in Famiglia" e la fine di un'esperienza televisiva che andava avanti da molti anni. Gli auspici del regista, al di là di eventuali altri progetti, non si sono avverati e il programma condotto da Massimiliano Ossini e Adriana Volpe è effettivamente stato cancellato dai palinsesti di Rai2, con sonore proteste provenienti soprattutto dalla Volpe. Ad accodarsi alla scia delle proteste per la chiusura del programma il maestro Gianni Mazza, volto e voce di riferimento del programma di Guardì, che in un'intervista rilasciata al settimanale Vero non ha nascosto un certo dispiacere per la scelta presa dal direttore di rete Carlo Freccero:

Michele Guardì ha provato in tutti i modi ad evitare che il destino del programma non fosse segnato, come in realtà sembrava ormai già due mesi prima della chiusura stagionale. Ci siamo parlati fino ad un paio di settimane fa, la delusione è comune. Io ho preso male la chiusura del programma, mi dispiace e per certi versi non me lo spiego nemmeno, ma ci può stare. Non voglio fare polemica per cercare una nuova collocazione. Voglio essere ottimista: qualcosa arriverà.

Ma il maestro Mazza, presenza fissa in Rai praticamente da sempre, specifica di non essere arrabbiato per la chiusura di Mezzogiorno in Famiglia: "Non sento di aver subito un’ingiustizia per cattiveria. Il problema è che dopo tanti anni che fai un programma ti senti davvero in famiglia. La squadra di lavoro dietro le quinte è stata sempre la stessa e l’idea di non condividere più un percorso comune mi fa sentire privo di punti di riferimento. Sono sempre stato un precario, oggi ancora di più”.

Più dura nei confronti della decisione di Freccero è stata Adriana Volpe. La conduttrice, che nella prossima stagione televisiva non avrà un programma, si è chiesta che senso avesse mettere fine ad un'esperienza seguita da molti telespettatori, quindi suffragata anche da buoni ascolti:

Perché chiudere un programma interno che, quanto ad ascolti, ha sempre conseguito lo share più alto del daytime e il doppio della media della rete? (Se poi pensiamo ai costi, con due puntate di ‘Realiti' si realizzano venti puntate di ‘Mezzogiorno in famiglia'). Perché preferire produzioni esterne essendo la Rai in grado di realizzarle al proprio interno grazie alle sue alte e indiscusse professionalità?.

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