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Chiara attacca la madre e chiude la busta: “Sei anaffettiva, mi hai lasciato in mezzo ai guai”

Finisce male la storia di mamma Teresa e dei figli Vincenzo e Veronica che provano a chiedere scusa a Chiara, l’altra figlia di Teresa che non vedono da nove anni. Chiara chiude la busta: “La famiglia è quella che mi sono costruita da sola. Per me loro sono indefinibili, non c’è vocabolo che possa definirli. La mia scelta è già fatta”.
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La premessa non ha nulla di buono nella quarta storia della terza puntata di C'è posta per te. È la storia di una famiglia divisa, quella di Teresa che arriva con i suoi figli Vincenzo e Veronica per recuperare il rapporto con un'altra figlia, Chiara, che non vede da nove anni. La causa è la lite tra Vincenzo e Giuseppe, il marito di Chiara. Quando Vincenzo ha visto Giuseppe in macchina con un'altra ragazza, avvisa la sorella che però difende Giuseppe. La coppia si trasferisce a Vicenza e gira le spalle alla famiglia. La madre avvisa Chiara: "Basta con questo odio, apri la busta Chiara. È un peccato mortale quest'odio che c'è tra di noi". 

Le scuse del fratello Vincenzo

Vincenzo, il fratello di Chiara, cerca di recuperare il rapporto chiedendo scusa a entrambi: "Se tutto questo è stata colpa mia, perdonatemi, volevo solo proteggerti. Mi manchi tantissimo, perdonaci. Non soffriamo più. Perdonateci. La mamma ti pensa sempre. Buttiamoci tutto alle spalle. Giuseppe mi dispiace per quello che è successo. Ho cercato un confronto con te ma non mi hai dato mai l'opportunità".

Chiara rifiuta le scuse e chiude la busta

Chiara però è impassibile: "Provo rabbia per tutto quello che mi hanno fatto. Lei non è mai stata una mamma presente. È anaffettiva. Mi hanno lasciata in un mare di guai, ricevo ancora le cartelle esattoriali. Una settimana dopo le nozze, ho ricevuto l'ufficiale giudiziario a casa. Io ho dovuto rinunciare ai miei sogni per colpa della mamma, volevo fare l'infermiera. Non mi ha pagato gli studi. Io sono stata derubata dei documenti. Puntualmente non trovavo i documenti nella mia borsa, falsificavano la mia firma. Abbiamo fatto anche una denuncia. […] Non posso trovare un lavoro perché ogni volte che firmo un contratto ho le banche alle calcagne". La famiglia nega, Maria tenta una mediazione ma è tutto inutile: "La famiglia è quella che mi sono costruita da sola. Per me loro sono indefinibili, non c'è vocabolo che possa definirli. La mia scelta è già fatta".

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