Chi sono i Fraintesi, i campioni di sempre a Reazione a Catena
Pietro Preziuso, Michele D'Onofrio e Marco Famoso: questi nomi singolarmente non vi dicono niente, ma insieme sono i Fraintesi, campioni assoluti di Reazione a Catena. Sono stati i protagonisti del tardo pomeriggio televisivo, ormai dall'8 settembre al centro del quiz show condotto da Marco Liorni, arrivano da Avellino e si sono raccontati a Tv Sorrisi e Canzoni. Nel programma di Rai1 hanno stabilito una serie di record incredibili: la media di 19 risposte in 55 secondi, un record di 24 risposte a 2.29 secondi per ognuna: "È un gioco, ma devi essere velocissimo e allenatissimo per fare certi punteggi. Un paio di volte Marco Liorni fuori onda ci ha chiesto il perché di un’associazione di parole e poi l’ha spiegata al pubblico, altrimenti non si capiva proprio come avevamo fatto".
Le dichiarazioni de I Fraintesi
I Fraintesi hanno superato i 200 mila euro di montepremi. Marco Famoso a Tv Sorrisi e Canzoni: "Per un periodo ci siamo allenati per telefono e uno magari diceva “non testa”, però l’altro non rispondeva “croce” perché capiva “festa”. A quel punto ci siamo detti che il nome della squadra doveva richiamare questo fatto, e quindi “i Fraintesi”". Anche Michele ha spiegato: "Che poi se lo leggi staccato diventa: ‘Frà, intesi?". C'è stato un duro allenamento durato quasi due anni, il tempo intercorso da un'altra partecipazione al gioco: "Eravamo i Quasi Famosi e c'era un altro amico al posto di Pietro". Vennero eliminati quasi subito: "Io e Marco decidiamo di ritornare in modo serio e ci vogliamo allenare per bene". Il terzo lascia e viene chiamato Pietro: "Ci siamo allenati per un anno intenso".
Il segreto per vincere Reazione a Catena
Ma qual è il segreto per vincere "Reazione a Catena"? Una strategia precisa, quasi militare. I "Fraintesi" hanno visto tutte le puntate delle edizioni precedenti, hanno analizzato circa 2 mila parole cercando di definirle velocemente e dividendole per categorie: parti del corpo, oggetti, stanze della casa, animali. Un incontro specifico a settimana solo per questo: "Il sabato pomeriggio", spiega Pietro, "ma con costanza. L'incontro non si doveva saltare". E con loro c'era anche un allenatore: Enricuccio. È un amico che studia, cataloga e inventa "catene di parole" per gli allenamenti. Ecco perché c'è il motto: "Un due tre, Enricuccio, olè". Ora il sogno è un viaggio insieme tutti e quattro.