Chi l’ha visto su la Costa Concordia: Schettino era con due donne
La prima serata tv del 18 gennaio è stata quasi interamente dedicata dalla Rai al naufragio della Costa Concordia, la nave che sta lentamente affondando dopo aver urtato uno scoglio il 13 gennaio 2012. I morti accertati sono 11 ma continuano le ricerche dei dispersi e, con il passare delle ore, cresce la paura che questo bilancio possa salire ancora. Su Rai 1 Bruno Vespa ha condotto uno speciale di Porta a Porta dedicato al disastro della nave da crociera con tanto di modellino di una nave tra le mani al posto del plastico, mentre su Rai 3 Federica Sciarelli ha condotto una puntata di Chi l’ha visto quasi interamente basata sulle ricerche dei dispersi in modo da fornire un servizio di utilità reale e concreta per tutte le famiglie ancora in angoscia per il mistero sui loro cari.
Una richiesta di aiuto straziante è stata quella di Susy Albertini, la madre della piccola Dayana, una bambina di 5 anni che era sulla Costa Concordia e risulta nell’elenco dei dispersi. La donna è chiaramente sotto choc e ha chiesto a tutti di collaborare per poter riabbracciare la figlia: “Continuate a cercare la mia bambina, non fermatevi; portatemela a casa il prima possibile”. Davide Veschi, l’avvocato della donna, si è poi rivolto a tutti i passeggeri della nave perché ogni dettaglio potrebbe essere fondamentale per ritrovare Dayana: “Potete dirci dove avete visto la bambina con il suo papà? Potete dirci un luogo preciso da dove poi è scomparsa?”.
La testimonianza di Marco Monda contro Francesco Schettino
Ma oltre ad esserci telefonate atte a fare segnalazioni sui dispersi, c’è stata anche una vera e propria testimonianza che inchioderebbe, maggiormente, il comandante Francesco Schettino: Marco Monda, uno dei passeggeri della Concordia, ai microfoni di Chi l’ha visto, ha proposto la sua descrizione dei fatti relativa all’incidente e con particolare focus sul comandante:
Eravamo con mia moglie al ristorante esclusivo, all'ultimo piano della nave, erano le 21,15 ed ho visto il comandante arrivare al ristorante in compagnia, abbracciato con due ragazze, una bionda e una con i capelli scuri. Mostrava alle due ragazze la vetrata del ristorante, la vetrata da cui si vedeva l'isola del Giglio. Il comandante, al momento dell’impatto era con noi. Poi è scappato come tutti noi. Poi il panico: la nave si è inclinata, la luce è andata via, sono scappati tutti, non c'era più un ufficiale, nessuno che ci dicesse cosa fare. Eravamo abbandonati a noi stessi: persone anziane, bambini, persone down. C'era una bambina con una signora spagnola che chiedeva aiuto, non so dove sia finita. Nessuno ci ha detto cosa fare, ci guidavano gli animatori e i camerieri peruviani.
La testimonianza di Monda peggiora ulteriormente la posizione di Francesco Schettino: già la telefonata con il comandante De Falco della Capitaneria di Porto di Grosseto ha dato prova della sua assoluta negligenza e del fatto che non è stato capace a gestire l’emergenza e a coordinare i soccorsi, pensando prima di tutto a mettersi in salvo. Di fronte al dolore delle famiglie delle vittime e alla disperazione di quelle dei dispersi, fa proprio male pensare che la vita di migliaia di persone venga messa nelle mani di professionisti che non sono tali.