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Gli zii di Roberta Ragusa: “Arrestate Logli, lei é sottoterra e lui ancora in giro”

Venerdì 3 febbraio, il Tribunale del riesame deciderà se disporre la custodia cautelare per Antonio Logli. La Procura di Pisa è convinta che l’uomo possa fuggire o uccidere ancora. Gli zii di Roberta Ragusa chiedono il suo arresto: “Roberta è sottoterra e lui se ne va in giro”. La puntata di Chi l’ha visto del 1 febbraio 2017 si occupa di nuovo del caso Ragusa.
A cura di Daniela Seclì
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Nella puntata di ‘Chi l'ha visto?‘, trasmessa mercoledì 1 febbraio, Federica Sciarelli è tornata a parlare del caso di Roberta Ragusa. La donna scomparsa il 14 gennaio 2012 e mai più ritrovata. Il marito, Antonio Logli, è stato condannato a 30 anni – poi ridotti a 20 per via del rito abbreviato – ma sta scontando la sua pena a casa, con un provvedimento restrittivo che prevede l'obbligo di dimora nelle ore notturne.

Secondo la Procura di Pisa, però, l'uomo andrebbe arrestato perché potrebbe far perdere le sue tracce o uccidere ancora. Perciò, la Procura si è appellata al Tribunale del riesame di Firenze, che venerdì 3 febbraio dovrà prendere una decisione in proposito. Si proverà, dunque, a ribaltare la sentenza di primo grado emessa il 21 dicembre scorso. Intanto, gli zii di Roberta Ragusa fanno eco alla Procura e chiedono che l'uomo sconti la pena in carcere.

La zia della Ragusa: "Roberta resta sottoterra, Antonio Logli se ne va in giro"

La zia di Roberta, Bettina Pizzonia ha dichiarato ai microfoni della trasmissione di Rai3:

"Con il rito abbreviato, lo sappiamo tutti…non saranno mai 20 anni, saranno ancora di meno. Quando finisce la pena, questa persona esce tranquillamente, va in giro. Ma le vittime rimangono sottoterra, non escono con loro. Questo rito abbreviato è un premio. Questo non dovrebbe esserci. Ha ucciso un essere umano. Non mi sta bene e come non sta bene a me, non sta bene a tutte le famiglie che hanno subito quello che abbiamo subito noi".

Angelo Ragusa, zio di Roberta, teme di non vivere abbastanza a lungo da assistere all'epilogo di questa vicenda processuale, che si protrae da ormai 5 anni:

"Loro si appellano, poi si riappellano. Noi non siamo millenari. Devo dire che non sono contento di quello che è successo, è colpevole e lo tengono ancora a casa? Uno è condannato quando sta in galera. Se è stato condannato, è colpevole e tu lo rimandi a casa?"

L'udienza fissata per venerdì 3 febbraio deciderà il destino di Antonio Logli. Anche se dovesse essere disposta la custodia cautelare, l'arresto non sarà comunque immediato. La difesa, infatti, potrà sempre presentare il ricorso in Cassazione.

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