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Cesare Bocci racconta la malattia della moglie: “Ora Daniela può camminare”

L’attore di “Il commissario Montalbano” ha rivelato all’Arena di Massimo Giletti l’odissea della sua compagna, colpita da un’embolia post partum e costretta a una lunga terapia prima di tornare a camminare e a condurre una vita normale.
A cura di Valeria Morini
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Il pubblico televisivo lo conosce come Mimì Augello, inseparabile braccio destro del Commissario Montalbano nella celeberrima fiction tratta dai bestseller di Camilleri. Ma Cesare Bocci, marchigiano classe 1957, una solida carriera divisa tra tv, teatro e cinema ("Benvenuto presidente"), è molto di più di un attore. Ospite su Raiuno all'Arena di Massimo Giletti, Bocci ha raccontato un toccante capitolo della sua vita privata, parlando  del periodo buio vissuto a causa dei problemi di salute della moglie Daniela.

Dopo la nascita di mia figlia, nel 2000, Daniela ha avuto un'embolia post partum. Una cosa comunissima, che il più delle volte si risolve con un colpo di tosse. Altre volte porta alla morte, altre volte, come nel caso di Daniela, ha portato a problemi di deambulazione, atarassia, un'emiparesi… varie cose.

Dopo ben venticinque giorni passati in rianimazione, la moglie di Bocci è stata trasferita per due mesi nel reparto di neurologia. Poi, è cominciato il difficile processo di riabilitazione, durante il quale Bocci le è stato sempre vicino. Nonostante sembrasse evidente un miglioramento, il dottore che seguiva la cura ha espresso un parere pessimista, sostenendo che la donna non avrebbe mai più camminato. Ma l'attore non si è perso d'animo:

Io gli risposi semplicemente con un bel vaffa…

La coppia ha deciso di cambiare clinica e si è rivolta alle cure del professor Leopold Saltuari, in Austria.

Lo incontrammo, spendendo 100 euro, quando invece uno specialista italiano te ne costa 2 o anche 300 come sappiamo tutti quanti. Lui ci disse di interrompere le terapie italiane, non personalizzate, ma che seguivano i protocolli standard. Le disse di fare le cose che faceva prima, come andare a cavallo.

Ora, le condizioni di Daniela sono molto migliorate: è tornata a camminare e a guidare, anche se qualche problema permane:

Gli impedimenti principali sono quelli psicologici, sono le prime delusioni: qui sono i pazienti e chi sta loro accanto che devono capire che le cose non si possono fare come prima, ma si possono trovare nuovi modi per farle diversamente.

Ma la coppia non si è mai persa d'animo e, anche nelle più dure difficoltà della vita, l'amore è un aiuto insostituibile. E Daniela ha conservato il  buonumore e un pizzico di sana gelosia, tanto che, riguardo al personaggio del poliziotto latin lover interpretato dal marito, è solita dirgli:

Se vuoi essere Mimì Augello, la porta è quella.

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