Cesare Bocci e l’ictus di Daniela Spada: “Un medico stron** lo scambiò per una crisi di nervi”
"Mi sono commossa nel leggere il vostro libro", così Mara Venier ha introdotto la storia di Cesare Bocci e Daniela Spada, ospiti nella puntata di Domenica In del 17 novembre. L'attore de Il commissario Montalbano e la moglie hanno raccontato la drammatica storia che li ha visti protagonisti, già narrata in un libro e in uno spettacolo teatrale. La Spada è stata vittima di un ictus causato da un'embolia post partum, inizialmente scambiata per una crisi isterica. Per fortuna, a distanza di quasi due decenni da quello che rischiava di trasformarsi in un caso di malasanità, Daniela riesce a condurre una vita pressoché normale, benché alcuni effetti dell'ictus siano ancora presenti.
Il racconto dell'ictus
La tragedia accadde 19 anni fa, subito dopo il parto. La loro figlia venne concepita nel corso di un viaggio avventuroso a Santo Domingo: "Ci siamo detti: che ne dici se facciamo un fi… e lei era già incinta!". Nove mesi dopo nacque Mia e, dopo cinque giorni in ospedale, Daniela tornò a casa con la bambina: "La mattina dopo, l'apoteosi. Mentre allattavo, ho avuto un grandissimo mal di testa". "L'ho trovata sul letto incosciente", ha proseguito Bocci, "chiamo il 118, do la bimba alla vicina e corriamo in ospedale". Purtroppo, i medici non capirono subito le cause del malore.
Lì ci si è aperto un mondo di belle cose e brutte cose. Abbiamo un sistema sanitario eccezionale, ma è fatto di uomini e gli uomini non sono perfetti. Ci sono medici straordinari, purtroppo quel giorno abbiamo beccato lo stron** di turno, che prende il suo ictus per una crisi di nervi di una donna che ha appena partorito e credendo che avesse litigato col marito.
Passarono ben due ore prima che venisse diagnosticato l'ictus. Un ritardo clamoroso e che poteva costare caro, come ha spiegato la Spada: "Quando si tratta di ictus il tempo è fondamentale".
Come si sono conosciuti Cesare Bocci e Daniela Spada
La coppia ha inoltre raccontato com'è nato il loro amore. Tutto cominciò grazie a un amico comune che passò a prendere Daniela ma mandò Bocci a citofonarle la porta. Quando lei se lo trovò davanti fu un colpo di fulmine: "Ho pensato: ‘Ammazza! Allora deve essere un cretino'". La loro storia cominciò immediatamente, era il 1993: "Quella sera stessa abbiamo deciso di vivere insieme. Mi sono piazzato da lei".
Collaboriamo con associazioni per disabili. Daniela è una disabile, perché continua ad avere problemi. Dal momento che sono un personaggio dello spettacolo abbiamo capito che potevamo raccontare questa storia, per far capire che se Daniela è qui è perché ha voluto combattere per rialzarsi. Dobbiamo pensare che possiamo fare tanto con pochissimo.
"Essere disabile non è facile, è difficilissimo", ha concluso Daniela, "Ci sono persone che stanno sulla sedia a rotelle, che hanno problemi enormi e che vanno aiutati".