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Catherine Spaak: “Bullizzata e molestata sul set perché donna”

Bullismo e molestie, sono queste alcune delle accuse che Catherine Spaak ha fatto ripensando alla sua giovinezza su alcuni dei set più importanti del Cinema italiano. L’attrice francese, infatti, ha ricordato quello che ha subito sul set in quanto donna: “Mi apostrofavano in maniera pesante… alcuni erano scatenati: vero e proprio bullismo”.
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Catherine Spaak non ha un buon ricordo di alcuni momenti della sua giovinezza in Italia, come ha spiegato in una puntata del programma di Radio Due I Lunatici. L'attrice, una delle icone del Cinema italiano e francese, che in questi ultimi anni è stata protagonista in tv anche grazie a Ballando con le Stelle, ha parlato delle difficoltà che affrontò, da ragazza, sul set a causa del bullismo subito dagli altri attori, uomini e più grandi che la "apostrofavano in maniera pesante" ha spiegato. Uno dei momenti peggiori, ricorda l'attrice francese, fu durante le riprese del film "L'armata Brancaleone" che aveva tra i protagonisti nomi del calibro di Vittorio Gassman, Gian Maria Volonté oltre alla regia di Mario Monicelli.

Il bullismo sul set

Parla proprio di bullismo la Spaak, che ha spiegato che sul set erano presenti pochissime donne e che la maggior parte delle persone – nopn solo attori, insomma – erano uomini e spesso anche importanti: "Io all’epoca ero ancora, si può dire, un’esordiente, poco più di una ragazzina. Non parlavo ancora molto bene l’italiano e, quando arrivavo presto nel luogo delle riprese, cominciavano a prendermi in giro, mi apostrofavano in maniera pesante… alcuni erano scatenati: vero e proprio bullismo". La Spaak ha spiegato che facevano di tutto per imbarazzarla, e i motivo era semplicemente il fatto di essere donna ("mi sentivo fuori luogo, angosciata, ho memoria di un periodo difficile").

Le molestie e la diffidenza delle attrici

Oltre al bullismo, poi, la donna ha parlato anche di molestie, denunciate, tra l'altro già all'epoca quando veniva guardata male dalle colleghe. Parla di molestie "non gravissime (…) diciamo che mi sono capitate cose sgradevoli, ma io ne ho parlato molto prima del #MeToo, almeno vent’anni fa… e certe mie colleghe dell’epoca dissero: a noi non è mai successo niente, si vede che è successo solo a lei" ha detto prima di raccontare di come però non era solo sul set il problema: un giorno, ha spiegato, perse l'affidamento della figlia che fu affidata ai nonni paterni, ma quello che la colpì fu la motivazione del giudice che scrisse che "Essendo la madre un’attrice, quindi di dubbia moralità, non può tenere con sé la bambina".  "In altri termini – ha chiosato la Spaak -, fare l’attrice equivaleva a fare la prostituta".

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