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Caterina Balivo in lacrime, la conduttrice si commuove per una sopravvissuta al terremoto

Nella puntata di Vieni da me dell’11 ottobre, Caterina Balivo ha intervistato Veronica, una sopravvissuta al crollo della scuola di San Giuliano di Puglia, causato dal terremoto del 2002. Grande commozione per la conduttrice, di fronte al racconto di quel dramma che fece ben 27 vittime, quasi tutti bambini.
A cura di Valeria Morini
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Momento molto emozionante nella puntata di Vieni da me dell'11 ottobre, con Caterina Balivo che si è commossa fino alle lacrime, di fronte al racconto di una sua giovane ospite. In trasmissione è intervenuta Veronica, che quando aveva appena 7 anni sopravvisse al crollo della scuola di San Giuliano di Puglia (in Molise) causato dal terremoto del 2002.

Le lacrime di Caterina Balivo

Difficile restare indifferenti davanti al racconto della ragazza per la conduttrice, che non ha trattenuto le lacrime nel corso della testimonianza (sotto, il video completo della puntata). In quella tragedia furono 27 le vittime (26 bambini e un'insegnante) quando crollò l'istituto "Francesco Jovine" di San Giuliano, che comprendeva scuola materna, elementare e media, la notte del 31 ottobre 2002.

Il drammatico racconto di Veronica

Veronica ha raccontato quei durissimi momenti, ricostruendo il crollo, le otto ore passate sotto le macerie insieme a un'amica, la morte del cuginetto. La giovane si è appena laureata e, proprio per via di quella terribile esperienza, ha deciso di diventare maestra.

Quel giorno mancava la nostra insegnante e siamo stati smistati nelle altre classi, e questo ha determinato la nostra fortuna. Io sono finita nella classe più pericolosa, siamo sopravvissute solo io, la mia amica e l'insegnante. A San Giuliano di Puglia manca l'intera classe del 1996. All'epoca non si parlava di terremoto, non abbiamo mai fatto una prova di emergenza. Ho sentito un rumore fortissimo, non ho avuto nemmeno il tempo di rendermi conto. Era come una scena di un horror. Ho visto le finestre rompersi una dopo l'altra, l'insegnante scioccata, vedo una parte enorme di parete mi stava venendo addosso. Mi sono ritrovata sotto un tavolo, con la testa ricoperta di detriti. Sono rimasta immobile sotto le macerie per otto lunghissime ore. La mia fortuna è stato avere accanto la mia amica Rachele, se sono salva lo devo anche a lei. Stavo morendo soffocata dal mio sangue che mi scendeva in gola. Chiacchierare con Rachele al buio mi ha confortato tanto. Abbiamo pregato insieme. La terza amica si chiamava Martina, ricordo che le toccavo la mano e lei non mi rispondeva, le stringevo il dito. A mano a mano diventava sempre più freddo, ma ero una bambina e non avevo capito che era deceduta. Ero bloccata, non riuscivo ad aiutarla e queste ferite mi sono rimaste impresse per molto tempo. La mia fortuna è stata quella di essere una bambina e di non capire la gravità. Ci hanno soccorso nei miei ultimi 15 minuti di vita. Mi hanno rianimato, avevo fratture, trauma cranico, mi hanno operato d'urgenza. Mia mamma non mi ha mai abbandonato, è stata la mia guerriera. Il mio cuginetto non ce l'ha fatta, lo hanno trovato con il temperino in mano, stava temperando la matita. Per una bambina affrontare un lutto del genere è stato molto difficile. Mi è servito allontanarmi da quei luoghi, trasferirmi. Ora quando ci torno li vedo in modo diverso.

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