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Caso Fedez, il direttore di Rai3 attacca l’artista: “Ha manipolato la telefonata”

Franco Di Mare risponde in commissione di vigilanza sul caso esplosivo, negando ogni tentativo di censura sul testo del monologo di Fedez al Primo Maggio. La responsabilità è dell’organizzazione dell’evento, non dell’azienda. Ma affonda su Fedez: “Il video da lui pubblicato è frutto di una manipolazione della conversazione, in cui la Rai non parla mai di censura nei suoi confronti”.
A cura di Andrea Parrella
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A tre giorni dallo scontro tra Fedez e la Rai, la vicenda tiene ancora banco. C'era grande attesa per la presenza del direttore di Rai3, Franco Di Mare, in commissione di Vigilanza Rai, per riferire rispetto all'accaduto. Di Mare si era già espresso in merito, dicendo che Fedez si sarebbe dovuto scusare con la Rai, ma nell'incontro del pomeriggio ha riferito nel dettaglio come siano andate le cose.

Di Mare attacca Fedez non per il suo discorso sul palco del Primo Maggio, ma perché parla di "manipolazione dei fatti, che per chi l'ha orchestrata avrebbe dovuto rappresentare una censura da parte della Rai che non c'è mai stata". Prosegue Di Mare: "Questa manipolazione ha ottenuto l'effetto desiderato, quello di gettare discredito sul servizio pubblico, collezionando una serie di adesione che io giudicherei frettolose". 

L'intervento prosegue vedendo Di Mare spiegare la distribuzione delle responsabilità e precisando come "Dal 1990 le tre grandi organizzazioni sindacali che da allora viene trasmesso dalla Rai. Cgil, Cisl e Uil affidano l'organizzazione ad iCompany, che fa capo al dottor Massimo Bonelli. La Rai compie quello che tecnicamente si chiama acquisto di riprese, uno spettacolo che quindi si sarebbe compiuto anche in assenza della Rai. Compra il diritto di riprendere questo evento e basta e lì finisce la sua responsabilità diretta […] Il contratto prevede che la Rai fornisca attrezzature e maestranze, affinché l'evento si realizzi". Quindi aggiunge:

I valori da veicolare al Concertone non li detta l'azienda, sono di esclusiva pertinenza dell'organizzazione, i sindacati, che in accordo con la produzione decidono scaletta e cantanti. Il tono.

Dopo una ricostruzione generale di quanto accaduto e della telefonata intercorsa Di Mare precisa: "La prima cosa importantissima è che la Rai non ha chiesto nulla. Lo ha fatto invece l'organizzazione, per voce del titolare dell'agenzia cui era stata affidata organizzazione del soggetto. Sapevano anche i sindacati, ma a rispondere al titolare dell'agenzia è la sola Ilaria Capitani, vicedirettrice di Rai3 […] La seconda è che la valutazione del contenuto è demandata direttamente alla produzione, perché lo prevede il contratto su cui è scritto. Se fosse salito quella sera un novax che avesse esordito dicendo che era meglio non farsi il vaccino, noi ne avremmo risposto. È normale in un evento del genere consultare i testi. È censura? Non credo, penso si tratti di una responsabilità che l'organizzazione di un evento del genere deve assumersi. Bonelli, a mio modo di vedere, ha fatto ciò che doveva".

Quindi Di Mare attacca Fedez: "Il video pubblicato da Fedez non è nemmeno un riassunto, è una manipolazione, per alterare il senso delle cose […] Questo è un complotto? Io non sono complottista, forse Fedez cercava più visibilità, ma la manipolazione in certi paesi è reato. Noi siamo finiti sui blog della BBC, persino a Singapore, come censori. Questo non è vero, non abbiamo adoperato alcuna censura, siamo stati vittime di un imbroglio". E aggiunge:

Si può rimediare a questo errore? Io mi auguro di sì, però non mi illudo perché il danno è fatto, perché la bugia corre più veloce della verità. Chi pagherà per tutto questo? Noi ci aspettiamo scuse che non arriveranno mai ed è una pena, perché la rete che dirigo ad interim è la terza generalista d'Italia, è una rete che si impone per correttezza, limpidezza e trasparenza. Ce la riconosce il pubblico.

Infine Di Mare fa degli esempi: "Come si può pensare che la rete che ospita Report e Sigfrido Ranucci, che ha portato a decine di querele e che noi difendiamo a spada tratta, possa censurare un cantante?". E chiude chiedendo maggiore chiarezza: "C'è poca chiarezza, aiutate noi operatori dell'informazione a fare meglio il nostro compito. Quando sono stato chiamato per la polemica su Luciana Littizzetto mi è stato chiesto "ma non controllate i testi di quello che va in onda?". Adesso la contestazione è opposta". 

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