Caro Blachman, che senso ha guardare una donna nuda in tv?

Di Thomas Blachman, autore dello show omonimo "Blachman, che mette una donna in silenzio a spogliarsi davanti a due giurati, che commentano il suo corpo senza nessuna remore, si sta dicendo praticamente di tutto. "E' un genio", scrivono su alcuni blog, "è una persona meschina", ribattono le associazioni per i diritti delle donne. Lui si difende, lasciando detto in un comunicato che "il corpo di una donna ha sempre sete delle parole di un uomo". La trasmissione, nemmeno a dirlo, dopo una sola puntata è già un cult, con i giurati che commentano con l'uso del miglior lessico, perché l'unico vincolo a questo show è quello di tenere sempre una condotta politically correct e di non cadere mai nella pornografia.

Che senso ha giudicare una donna per il suo corpo? Dov'é lo scopo? Mi sto chiedendo questo, prima ancora di prendere una posizione sulle questioni etiche, morali e sociali. Perché un danese dovrebbe guardare una trasmissione dove due uomini in poltrona, somiglianti alla versione ripulita e senza sigaro di Tinto Brass, si lanciano in elucubrazioni e fini ragionamenti davanti alla donna di turno che, sommessamente, si spoglia per misurarsi al giudizio insindacabile di questi Gordon Ramsey e Joe Bastianich del corpo? E' la mania da Real Time, quella che ci farà diventare appassionati, cultori attenti e ricercati, di tutto. L'estremismo del reality che, però, scivola su una buccia di banana: l'illusione di avere creato qualcosa di decisamente innovativo. Fossi un danese, mi dedicherei ad altro, cambiando canale e leggendo un buon libro. Altro che dargli i feedback da hater. Se è giusto protestare, affinché una trasmisione così vuota possa essere cancellata, è anche vero che la migliore arma per colpire qualcosa, o qualcuno, è la cara vecchia indifferenza.

La fase successiva all'indifferenza è una proposta comica: trovare sponsor per rovesciare il programma. Immaginate a quel punto Thomas Blachman nella stanza oscura, mentre viene giudicato come l'ha fatto mamma, da due donne. Quello, magari, sì, lo guarderei. Sai che risate…