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Canone Rai nel 2015, pagheranno tutti quelli che hanno un contratto di elettricità

Il sottosegretario Giacomelli conferma a Radio24 la volontà di portare il canone Rai in bolletta già da gennaio 2015, tenendo il prezzo tra i 60 e i 65 euro. Cambia il presupposto d’imposta: “Lo dovranno pagare tutti quelli che hanno un contratto di elettricità”.
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Il sottosegretario allo Sviluppo Economico, Antonello Giacomelli, ha ufficializzato il "canone Rai in bolletta" ai microfoni di Radio 24. Tutte le indiscrezioni sono state confermate, a partire proprio dalla novità più rivoluzionaria per la storia della televisione pubblica. In assenza di colpi di scena, l'emendamento che sarà presentato in Senato alla prossima legge di Stabilità dovrebbe portare il canone con la bolletta elettrica a tempi di record, già da gennaio 2015.

Contiamo di presentare un emendamento in Senato alla legge di Stabilità, per inserire questa norma. Pagheremmo certamente meno. C'è un'evasione per cui siamo tra i primi d'Europa, che è intorno ai 600 milioni, per un canone che è tra i più bassi d'Europa. Con questo sistema contiamo di recuperare l'evasione in maniera totale. Abbasseremo fortemente il costo del canone. Tra i 60 e i 65 euro l'anno? È una cifra plausibile.

L'idea esposta dal sottosegretario Giacomelli è abbastanza chiara: portando il canone in bolletta non si vuole colpire nessuno. Tenere il prezzo basso, come ha spiegato il sottosegretario, vale come una sorta di sconto per quanti hanno pagato il canone in questi anni, nonostante l'evasione. Anche per questo verrà introdotto il principio di equità, ipotizzando l'esenzione per le fasce più basse:

Mi pare ragionevole tenere esenti persone che hanno difficoltà e garantire loro un accesso privilegiato rispetto agli altri. Bisogna trasferire il concetto di equità al canone. Se ne parla da anni, il punto è che dobbiamo solo realizzarlo. Non è una riforma contro nessuno, solo contro chi ha sempre evaso. Sono loro gli unici a rimetterci.

Chi pagherà il canone Rai 2015?

Cambia anche il presupposto d'imposta, ma a dispetto di quanto detto nei giorni scorsi, pare che non sarà il possesso di un dispositivo il requisito, perché impossibile da prescrivere. Ecco che allora l'elemento unificante sarebbe l'alimentazione, vale a dire il contratto di elettricità.

La norma oggi sarebbe il possesso del televisore, ma è una norma anacronistica. Quindi oggi dovrei dire, il possesso di una tv, il possesso di un pc, di uno smartphone, di un tablet in grado di ricevere. Ma sarebbe impossibile andare a stabilire questo. L'elemento unificante è l'alimentazione, il contratto di elettricità.

E sulle resistenze delle aziende elettriche, Giacomelli assicura che dopo l'emendamento i costi non saranno a carico loro, anzi c'è la volontà di tenerli indenni.

Vogliamo tenere indenni le aziende elettriche, i costi non saranno a carico loro. Ma ci saranno dei vantaggi per chi farà la riscossione, dialogheremo con loro. Vogliamo tenerli indenni, ripeto, non è contro nessuno questa riforma.

Il canone Rai 2015 per le seconde case

Un altro nodo è se far pagare o meno il canone anche sulla seconda casa, uno scenario che in prima battuta sarebbe escluso. Anche in questo caso è opportuno, secondo Giacomelli, rifarsi al principio di equità. E sugli esercizi commerciali, restano i canoni speciali per chi fa uso della tv nell'attività economica, ma saranno esentati quelli che ne faranno uso privato.

L'idea è di evitare che chi ha la seconda casa paghi di più. In linea di massima, lo escludiamo. Naturalmente qui si tratta di capire come riusciamo ad introdurre qualche punto di equità. C'è chi dice che potremmo legarla all'Irpef, ma mi pare complesso e farraginoso. L'idea delle seconde case non mi pare un indice di ricchezza, possiamo avere una seconda casa per diversi motivi. Magari, quando si comincia ad andare oltre ed il patrimonio diventa un investimento, possiamo parlarne. Esercizio commerciale? Chi fa un uso non privato della tv, come gli hotel, piuttosto che i locali per cui ci si trova a vedere la tv, paga già un canone speciale perché è di fatto un'attività economica. Questi continueranno a pagare il canone speciale, mentre per gli altri no.

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