‘C’è posta per Sanremo 2017’: apriamo la busta a Maria De Filippi, algida regina Rai
Maria De Filippi regna anche in casa Rai. Arriva a centro palco, in un teatro Ariston gremito, con classe ed eleganza, in punta di piedi. Arriva senza scala, perché ‘forse la userò solo l'ultima sera, il Festival di Sanremo può fare a meno della mia discesa‘ dice. Arriva al fianco di Carlo Conti, che basito la guarda, azzarda un assist per farla parlare, ma si accorge subito che non ce n'é bisogno. Maria De Filippi non è una valletta e nemmeno una co-conduttrice, non è una spalla e nemmeno una figurante. Si capisce da subito che la sua presenza è ‘ingombrante', tende a eclissare il padrone di casa e spodesta la kermesse canora del suo protagonismo assoluto.
Inizia a raccontare storie: dei cantanti, degli ospiti, dell'evento in sé. Maria racconta storie come solo lei sa fare e il pubblico inizia subito a pendere dalle sue labbra. C'è una formula alla C'è posta per te che avvolge completamente il suo personaggio, lo spinge oltre il semplice orizzonte televisivo, buca lo schermo e lo porta in ogni singola casa. La sua integrità, il suo essere algida, austera (come nelle sue migliori, o peggiori, televendite) piace perché é simbolo di una serietà in scena che manca a molti. La De Filippi è una di quelle figure istituzionali che trasuda professionalità e anche in questa occasione non ha teso a snaturarsi: niente lustrini vistosi, poche paillettes, trucco quasi inesistente, nessun divismo od ostentazione.
Maria De Filippi piace, come piacciono le sue storie, che seppur appartengano ad altri, a un certo punto sembrano parte di lei. Un sabato sera di C'è posta che magicamente si sposta a piccole dosi nell'infrasettimanale Rai e vince. È presto per dirlo, ma sembra già aver vinto la scommessa di chi l'avrebbe voluta vedere da tempo sul palco del Festival di Sanremo e ha dovuto aspettare il momento giusto per sottrarla al ‘suo editore' e beneficiarne. Viva Maria quindi, e apriamo la busta.