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Bruce Willis e internet che “non prende”, quando lo spot è imbarazzante

Sono tanti i casi in cui star internazionali si sono prestati a spot di tipo svariato e non sempre l’imbarazzo l’ha fatta da padrone. Il recente caso di Bruce Willis, così come Kevin Kostner col tonno, si inserisce in un filone di pubblicità senza idee in cui la sola cosa che dovrebbe contare è il volto noto. Roba che Banderas con la gallina Rosita è un capolavoro.
A cura di Andrea Parrella
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Da giorni provo a chiedermi se sia più assurda la presenza di Bruce Willis nel nuovo spot della fibra ottica (video in fondo all'articolo), in cui l'attore hollywoodiano si lamenta di una connessione che "non prende", oppure se ancor più paradossale sia il doppiaggio della coprotagonista dello spot con chiaro e per giunta inspiegabile accento romagnolo (in Emilia Romagna la linea wireless viaggia meglio che nelle altre regioni? Lo spot è ambientato a Bologna e nessuno se n'è accorto?). Non voglio esagerare se dico che questo spot è tra i più imbarazzanti visti negli ultimi anni. Niente a che vedere con la tanto discussa pubblicità dei biscotti in cui, pur inciampando in un personaggio non proprio riuscito, l'Antonio Banderas che discute con una gallina prova a rendere quantomeno singolare la performance, rispettando il compito per il quale è chiamato, ovvero restare impresso nella mente dei telespettatori. Il fatto che Crozza abbia sfruttato Banderas per uno dei suoi numeri più riusciti degli ultimi anni testimonia come l'obiettivo sia stato in qualche modo raggiunto.

Quella di Willis è una presenza che suscita il proverbiale imbarazzo derivante dall'accostamento tra la caratura del personaggio e il prodotto pubblicizzato e fa da eco ad un'altra pubblicità recente nella quale Kevin Costner, doppiato in maniera impresentabile, diventa il volto di un marchio di tonno in scatola. I due sex symbol americani finiscono per sfigurare e la colpa certamente non è loro, ma di chi lo spot l'ha scritto e l'ha pensato. Perché il più delle volte, scegliere un volto di un tale peso internazionale senza un'idea alle spalle rischia di rivelarsi un'idea dall'effetto boomerang negativo. La necessità che lo spot si basi su un'idea concreta è fondamentale, perché al contrario la presenza del personaggio è completamente decontestualizzata ed emerge in maniera paradossale. Non a caso le reazioni sui social allo spot di Willis sono del tutto in linea con questo sentimento di imbarazzo che sfocia in un generale sfottò rivolto all'incolpevole attore (e anche all'incolpevole attrice).

Non c'è solo Banderas tra gli esempi di star internazionali che hanno saputo calarsi umilmente in uno spot che seguiva una logica. E' accaduto con George Clooney sia in occasione della partnership con un'azienda telefonica italiana, sia con un noto marchio di capsule per caffè espresso, o ancora può venire in mente Dustin Hoffman, che qualche anno fa sponsorizzava la Regione Marche recitando "L'Infinito" di Leopardi. E gli esempi possibili sono numerosi, ma tutti caratterizzati dall'elemento comune di un criterio perseguito che non fosse solo quello di avere un volto noto.

https://www.youtube.com/watch?v=PiO96RCEnvc
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