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Braccialetti Rossi elogiata anche dal Garante per l’infanzia e l’adolescenza: “Grazie alla Rai”

“Braccialetti rossi”, la fiction ambientata in un ospedale psichiatrico, si è rivelata un grande successo. Adesso anche il Garante per l’infanzia e l’adolescenza è intervenuto per ringraziare la Rai: “Hanno mostrato che ragazzi, madri e padri possono vivere al meglio anche la realtà dura della malattia”.
A cura di Fabio Giuffrida
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Braccialetti rossi è stata un successo, su tutti i fronti. Il pubblico l'ha premiata con il 20% di share e 5,3 milioni di spettatori che, con l'avvento del digitale terrestre e considerando che si trattava di una prima puntata, è un risultato più che soddisfacente. Una fiction che, in controtendenza, non parla né di mafia né di amori impossibili: i veri protagonisti, invece, sono un gruppo di ragazzi in un ospedale psichiatrico che, tra momenti difficili e cure a cui devono sottoporsi, diventano amici e si fanno coraggio a vicenda. Un prodotto televisivo che piace anche al Garante per l'infanzia e l'adolescenza Vincenzo Spadafora; queste le sue parole:

Non era facile decidere di avventurarsi in una fiction ambientata in un ospedale per bambini. Non era facile far recitare ragazzi senza capelli perché affetti da tumore, eppure sorridenti, allegri e generosi. E soprattutto non era facile far capire che bambini e ragazzi hanno sempre dei diritti anche e soprattutto quando la malattia li colpisce. Grazie alla Rai.

Bisogna prestare più attenzione ai bambini che non versano in buone condizioni di salute:

Sono delle persone, sempre e comunque. E possono crescere con degli ideali e il senso della collettività oppure possono essere abbandonati alla solitudine e ai disvalori. Così come da malati possono essere trattati da persone o da "casi clinici". 

E infine Spadafora ha rincarato la dose:

La famiglia è spesso argomento politico da campagna elettorale ma, quando si deve passare dalle parole ai fatti, vediamo solo tagli e disattenzione. E' importante, invece, che le famiglie siano sostenute nelle difficoltà, ed affrontare la malattia e forse la morte dei propri figli è qualcosa di più di una "difficoltà". Grazie ancora alla Rai per far vedere con garbo e leggerezza la vita di un ospedale psichiatrico. E di mostrare che bambini, ragazzi, madri e padri possano vivere al meglio anche la realtà dura della malattia.

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