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Borseggiatori napoletani? Caro Pelazza, non “inciampare” nei luoghi comuni

Un servizio sui borseggiatori realizzato dalla Iena Luigi Pelazza ha bollato Napoli e i napoletani come “maestri” di questa deplorevole arte. Da un’indagine più approfondita, però, risulta che la città europea con maggiori furti sia Barcellona e quella italiana sia invece Milano. Napoli comparirebbe “solo” al 20esimo posto.
A cura di Eleonora D'Amore
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Durante la scorsa puntata de Le Iene c'è stato un particolare servizio di Luigi Pelazza che ha fatto indignare non poco il popolo napoletano. In pratica, il giornalista cercava di evidenziare la facilità dei borseggi sui mezzi pubblici, affermando che sulle linee 1 e 2 dirette verso il centro storico di Napoli ci sarebbe una maggiore frequenza. E fin qui niente di strano, da cittadina partenopea confermo la pericolosità di determinate tratte urbane, come quelle in prossimità del centro storico (non fosse altro per la vicinanza alla stazione centrale, che garantisce una maggiore concentrazione di passeggeri). Il servizio, però, ad un certo punto prende una piega sbagliata. Pelazza si lascia scappare frasi del tipo "Questa cosa qui la facevano solo i napoletani" oppure, bacchettando uno straniero borseggiatore colto in flagrante "Però non sei molto bravo, perché i napoletani non si sarebbero fatti beccare" o ancora "In due giorni i borsaioli che ci hanno provato stranamente non sono napoletani". Insomma, sebbene in due giorni la Iena abbia beccato solo stranieri, continua a non avere dubbi: i "re del borseggio" sono partenopei e avrebbero di che insegnare ad un aspirante ladro alle prime armi.

Strano è che un paio di indagini specifiche sull'argomento rivelino che la realtà sia tutt'altra. Mi verrebbe da pensare in primis ad una ricerca condotta dal sito Tripadvisor nel 2010, che isolò le dieci città europee più pericolose in tema di borseggi. Prima tra tutte Barcellona, seguita a ruota da Roma, Praga, Madrid, Parigi, Firenze, Buenos Aires, Amsterdam, Atene e Hanoi. Il calcolo fu fatto in base al "Tripadvisor Pickpocket index", ovvero il conteggio del numero di volte in cui i viaggiatori usarono la parola "pickpocket", borseggiatore, appunto, nelle recensioni degli ultimi 12 mesi. Qualora non bastasse, vi si aggiungono anche i dati forniti dal Ministero dell'Interno, che nel 2012 hanno fatto emergere il primato di Catania in fatto di scippi e borseggi, confermando la linea degli scorsi anni. Più precisamente nel 2011 fu Milano ad aggiudicarsi il poco ambito primato, dividendosi il podio con Rimini e Torino, così come nel 2010 insieme a Genova e Bologna.

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A conti fatti, numeri e statistiche smentirebbero l'eccellenza di un certo tipo di "condotta" partenopea, ma come sempre non riescono a spuntarla sulla forza del pregiudizio. È come dire che per un servizio sulla precisione dovremmo recarci in Svizzera o per uno sul risparmio rivolgerci al popolo di "formiche" in quel di Genova. Luoghi comuni, che in generale tendono a caratterizzare una determinata cultura e a renderla facilmente riconoscibile all'esterno, ma che nel particolare possono anche danneggiarla. Siamo ben coscienti che la micro-criminalità sia una delle piaghe di questa città e l'indignazione di certo non scaturisce dalla visione di questi fenomeni, bensì dalla semplicità con la quale si accostano gli aggettivi "napoletano" e "ladro", quasi fossero complementari. Dati alla mano, sarebbe meglio andare cauti, fosse solo perché ad essere verbalmente impulsivi si rischia di "inciampare" nei luoghi comuni e, purtroppo, fare più male agli altri che a se stessi.

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