69 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Blue Whale, parlano Le Iene: “Ci scusiamo per l’errore ma vogliamo prevenire, non istigare”

Dopo le scuse di Matteo Viviani arrivano anche quelle ufficiali de “Le Iene”, attraverso il profilo Facebook: “Ringraziamo il lavoro del blogger e ci scusiamo, ma il problema è reale e torneremo a occuparci dell’argomento”.
69 CONDIVISIONI
Immagine

Dopo le scuse di Matteo Viviani arrivano anche quelle ufficiali de "Le Iene", attraverso il profilo Facebook ufficiale. Dopo il servizio realizzato dal blogger "Alici come prima", che ha dimostrato come tutti i filmati dei suicidi mostrati dal servizio non fossero direttamente riconducibili al fenomeno della Blue Whale, il macabro gioco che spinge i ragazzini a compiere l'estremo gesto, gli autori del programma di Italia 1 hanno fatto ammenda, mantenendo però la linea del ‘però il problema esiste'. Ecco quanto pubblicato sulla pagina Facebook:

Le Iene in questo momento sono osservate speciali per un servizio di Matteo Viviani sulla Blue Whale. Ci contestano di aver inventato qualcosa che non esisteva. Alcune sequenze andate in onda si sono rivelate non contestuali al fenomeno (pur trattandosi di suicidi veri e propri) e di questo ci scusiamo e ringraziamo il blogger che ha segnalato il nostro errore. Ciò non toglie che la Blue Whale sia pericolosamente reale così come dimostrano le testimonianze delle due famiglie che abbiamo incontrato in Russia. Sono madri che hanno perso le loro figlie e che ci hanno svelato il funzionamento del macabro "gioco". In queste ore di polemica e confusione, qualcuno ha scritto che si tratterebbe di ‘attrici', purtroppo non sono una finzione come non è finzione il loro dolore. Questa è la motivazione che ci ha spinto a realizzare il servizio. Prevenire, non istigare, ciò che si è già diffuso in Russia e che subdolamente è arrivato anche da noi. Dopo la messa in onda, molti genitori ci hanno ringraziato, perché hanno scoperto che i loro figli già conoscevano la Blue Whale. Anche la Polizia di Stato ci ha ringraziato confermando l'esistenza del fenomeno: a Pescara una ragazzina ha confessato davanti ai suoi compagni di classe di essere vicina all'ultima prova di questa folle sfida (subito dopo si è reso necessario il suo ricovero). Ben prima del nostro servizio tanti paesi europei avevano preso provvedimenti, in Francia è stata diffusa una circolare nelle scuole affinché i ragazzi fossero avvisati del pericolo. A settembre, con la nuova stagione, torneremo a occuparci di questo argomento che tanto ha inquietato l'animo di tutti noi.

69 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views