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Bianca Berlinguer si scontra con il cdr del Tg3: “Difendete i lavativi!”

E’ rottura tra il direttore del Tg3 e il sindacato interno dei giornalisti della sua redazione che l’accusano di usare “toni perentori che non ammettono replica”. Ma la Berlinguer rincara: “Difendete i lavativi!”.
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E' rottura tra il direttore del Tg3 e il sindacato interno dei giornalisti della sua redazione che l'accusano di usare "toni perentori che non ammettono replica". Ma la Berlinguer rincara: "Difendete i lavativi!".

"Fomentatori di odio eterodiretti" contro "toni perentori che non ammettono replica", sono le accuse rispettive di Bianca Berlinguer e del comitato di redazione del Tg3. I rappresentanti dei giornalisti hanno rilasciato un comunicato stampa dove raccontano l'impossibilità di poter stabilire un sereno dialogo con il direttore di testata che, dal canto suo, accusa il cdr di difendere "i lavativi" della redazione del Tg3. E' ormai rottura sul piano sindacale dopo l'incontro avvenuto appena tre giorni fa, riportato oggi da La Repubblica, dove i rappresentanti sindacali hanno risposto così alle accuse mosse dalla Berlinguer:

Ancora una volta, di fronte alle nostre considerazioni su vari argomenti, il direttore ha invocato l’articolo 6 del contratto collettivo di lavoro giornalistico motivando le sue scelte con toni perentori che non ammettevano alcuna replica, rendendo così impossibile, di fatto, ogni possibilità di confronto. Durante l’incontro il direttore ci ha anche accusati di essere etero-diretti da figure interne al giornale a lei ostili, di difendere esclusivamente i ‘lavativi’, i nostri amici, di essere mossi da livori personali e, infine, di aver fomentato un clima di odio all’interno del giornale. A questo punto riteniamo che la considerazione dei rapporti sindacali da parte della direzione sia arrivata a un punto morto. Del resto in questi due anni di mandato ci siamo costantemente misurati con l’assoluta mancanza di ogni possibilità di mediazione, così come impone l’art. 34 del contratto, a partire dai casi dei colleghi demansionati, fino all’utilizzo dei corrispondenti o dei colleghi delle sedi. Per noi non è più possibile andare avanti così: non crediamo sia praticabile un percorso costruttivo di dialogo e confronto che pensiamo debba essere al centro di una corretta dialettica sindacale.

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