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Festival di Sanremo 2021

Barbara Palombelli parla alle donne: “Studiate fino alle lacrime e lavorate fino all’indipendenza”

Barbara Palombelli si è fatta portavoce di un monologo a favore delle donne libere ed emancipate al Festival di Sanremo 2021. “Le amiche partivano ad agosto, io restavo in città perché studiavo fino alle lacrime e lavoravo fino all’indipendenza, perché alla fine funziona. Non dovete fermarvi, ragazze, senza farvi togliere la dignità. Non vi arrendete, facciamo rumore” ha concluso.
A cura di Eleonora D'Amore
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Barbara Palombelli si è fatta portavoce di un monologo a favore delle donne libere ed emancipate al Festival di Sanremo 2021. A lei il compito di raccontare le donne di oggi, che devono combattere ancora con limiti e critiche, con la difficoltà di farsi strada nel mondo, di dover lavorare il triplo per potersi affermare in ogni campo della vita. Il racconto ha attraversato la sua vita sin dalla giovinezza quando, da figlia ribelle, ha vissuto con l'ombra di Gigliola Cinguetti addosso, ‘capelli legati, collana di perle e matrimonio‘, mentre sviluppava la ribellione che l'avrebbe condotta verso il mondo del giornalismo, dove poi ha raggiunto il traguardo di diventare la prima firma femminile nella sezione politica del Corriere della Sera.

Ragazze non vi arrendete, facciamo rumore

Una serata che voglio dedicare a tutte le donne italiane, perché hanno in questo momento il compito di tenere il Paese: tengono le scuole aperte, accudiscono tante persone positive al Covid, tengono le famiglie unite. Sono stata una ragazza che amava i Beatles e i Rolling Stones, poi ascoltavo le canzoni di De André e con mio padre guardavo il Festival di Sanremo. Papà volevo che diventassi come Gigliola Cinquetti: capelli legati, filo di perle, matrimonio, una vita tranquilla come in Non ho l’età. Io invece ero ribelle, volevo uscire, guidavo la moto e la macchina senza avere la patente. Noi ragazzi negli anni ’60 cercavamo le emozioni. Chiesi a Gino Paoli cosa accadde quando a Sanremo morì Tenco. E mi disse che all’epoca si cercavano emozioni giocando con le pistole, correndo a farmi spenti nella notte o camminando sui cornicioni.

Studiavo tanto, andare a lavorare era l’unico modo per mantenermi e ho iniziato a 15 anni, sognando la televisione e i grandi giornali. Ho fatto dalla commessa alla sondaggista, di tutto. Volevo fare l’amore e lavorare, erano gli anni 70 e lottavamo per i diritti, voi ragazze di oggi li avete trovati già fatti e sta a voi difenderli con quel sorriso determinato che sapete di avere. Dobbiamo ribellarci sempre, non andremo mai bene, ci umilieranno e cercheranno di metterci le mani addosso, non va bene nemmeno Liliana Segre, che a 90 anni si è vaccinata e qualcuno ha fatto polemiche. Ma non ci dobbiamo arrendere, anche se il prezzo è molto alto.

Le amiche partivano ad agosto, io restavo in città perché studiavo fino alle lacrime e lavoravo fino all’indipendenza, perché alla fine funziona. Una volta arriva una chiamata, vuoi venire al Corriere della sera? L’unica donna del servizio politico, mio padre non c'era più però tutti i suoi amici di infanzia mi chiamarono e avevo la sensazione di avercela fatta.

Le donne forti, vere, come ne ho incontrate tantissime, devono contribuire alla rinascita di questo Paese. Sento che sta per avvenire. Ma non dovete fermarvi, ragazze. Senza farvi togliere la dignità. Non vi arrendete, facciamo rumore.

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