Baccini stronca la fiction su De André: “Principe Libero è un’occasione sprecata, Genova incazzata”
Seppur gli ascolti siano stati dalla parte di Principe Libero, la fiction di Rai 1 sulla vita di Fabrizio De André non ha messo d'accordo proprio tutti. Soprattutto chi conosceva davvero Faber ha avuto da ridire. "La mia situazione è particolare: Fabrizio era un mio amico, oltre a essere il mito della mia infanzia. Non mi era mai successo di vedere una fiction su un mio caro e quindi mi fa fatto uno strano effetto", racconta a Fanpage.it il cantautore Francesco Baccini, che con De André ha anche collaborato.
"Purtroppo ho visto una persona diversa da quella che conoscevo io. E' stata data una lettura molto superficiale di quel grande cantautore. Mancavano la sua profondità, il suo spessore e la sua poesia. Capisco che un prodotto televisivo, trasmesso in prima serata, debba rivolgersi a un pubblico di massa, ma questa è stata davvero un'occasione sprecata. Gli hanno voluto dare forzatamente l'immagine dell'artista maledetto: probabilmente un po' lo era, ma non in quel modo. L'unico pregio che Principe Libero ha avuto è l'aver avvicinato tante persone alla musica di De André", continua.
Mancavano Bindi, Paoli, Jannacci e Gaber
E ancora, commenta le due puntate dirette da Luca Facchini. "La vera pecca era nella sceneggiatura, assolutamente inesistente e troppo romanzata. Toccava tutti i punti in maniera troppo superficiale. La presenza di Tenco, per esempio, era assolutamente eterea. Si vede 32 secondi. Non c'erano i suoi amici di sempre: Bindi, Paoli, Jannacci e Gaber dove erano? Erano un gruppo di amici che si frequentavano, ascoltavano musica e hanno contribuito a cambiare il modo di fare musica in Italia. Non si possono non raccontare certe cose".
De André in romanesco ha fatto incazzare Genova
Molte critiche sono arrivate, anche sui social, nei confronti dell'attore Luca Marinelli, che nella fiction interpretava il protagonista: "Lui è uno degli attori più bravi in Italia. E' davvero bravissimo, ma non si può sentire De André parlare in romanesco. E' come fare una fiction su Pino Daniele che parla con l'accento di Torino. Succederebbe il finimondo, infatti i genovesi sono chiaramente incazzati per questa cosa. Capisco che il nostro sia un dialetto difficilissimo e che chi non è di Genova rischia di diventare una macchietta, però si poteva fare meglio".
Il taglio della Rai su Bocca di rosa
Per non parlare del taglio finale che la Rai ha operato sulla sigla finale (e che sigla): Bocca di rosa. I social si sono rivoltati e Baccini non può che essere d'accordo: "Purtroppo dipende tutto dai tempi televisivi. Effettivamente, vista da un punto di vista artistico, è stata una violenza. Siamo talmente abituati a vedere le sigle televisive tagliate a metà che non ci facciamo quasi più caso, però in questo caso la sigla faceva parte di un discorso più ampio. Tagliare il vero Fabrizio che canta Bocca di rosa avrà fatto arrabbiare qualcuno".