Anna Marchesini malata di vita, un bene dal quale (fortunatamente) non si guarisce
Non si parla d'altro da giorni, il video della sua apparizione a Che Tempo che fa ha totalizzato oltre 350mila visualizzazioni in poche ore, confermando ancora una volta l’attaccamento del pubblico alla sua storia. È Anna Marchesini la donna che ha saputo rapire gli internauti, evitando di ostentare ciò che non è più: una persona sana. Anna è malata, ha l'artrite reumatoide, e non ha problemi a dirlo. Anna sempre vince perché è spontanea, pone se stessa di fronte ad una realtà insopportabile e lo fa con una lucidità che a tratti spaventa. Forza alcune corde nella sua confessione (Amo a tal punto la vita, che parlo di morte) e non si può fare altro che stare lì ad osservarla con ammirazione, perché quella testa alta ci inorgoglisce come esseri umani, ci da la possibilità di pensare che siamo capaci, per natura, ad ambire alla sua serenità.
Dicono spesso che gli attori, specie quelli comici, tendono a preservare un lato malinconico nel loro privato, che sono dei tristi Pierrot prima di entrare in scena con il loro migliore sorriso. Anna Marchesini sembra essere un’eccezione alla regola e non solo grazie all’accenno di sorriso che ancora riesce a sostenere. La sua unicità deriva dall’aver saputo trasformare una gabbia in un fervido luogo di lavoro, sfruttando il suo limite motorio a favore di una scrittura capace di farsi carico delle sue energie e di convertirle in un bene prezioso. Vuole vivere Anna, è malata di vita e il suo essere "inguaribile" non può che riempire di gioia.
“Ma quanto parlo bene quando sono qui…” ha pensato a voce alta durante tutta l’intervista, non accorgendosi forse che dietro le risate scaturite dai suoi tempi comici si nascondesse ben altro del puro intrattenimento. Una stima incontenibile, l’abbraccio caloroso e sincero di un’intera platea di persone (fisicamente presenti o meno) balzate in piedi per festeggiare il mancato tradimento di colei che, dai tempi del Trio, non aveva mai mancato occasione per dare dimostrazione della sua brillante intelligenza.
[…] In quasi tutte queste storie esiste un imprevisto trascurabile, un tarlo, un insetto che si insinua sornione nella trama, si intrufola, si accomoda, si incista, si nutre al buio, fa la tana, corrode, si ingrassa, prolifica, crepa e deflagra sino a provocare il ribaltamento della trama e costringere la storia a riscrivere il finale […]
Inizia così la prefazione del nuovo libro di Anna Marchesini alla quale, nonostante le fastidiose “moscerine” (volutamente al femminile) liberatesi all'improvviso nella sua vita, non possiamo che restituire un meraviglioso “lieto fine”, seppur diverso da come l'avrebbe immaginato. E di questo deve ringraziare solo se stessa.