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Aldo Grasso smonta Fabio Caressa: “Il grande sconfitto dei mondiali è lui”

Il telecronista di punta di Sky viene ferocemente criticato da Aldo Grasso sulle colonne del Corriere, colpevole di aver dato adito ad una deriva narcisistica fuori luogo: “Sognava di ripetere i fasti del 2006…”
A cura di Andrea Parrella
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Che Fabio Caressa, capo spedizione di Sky Sport ai mondiali in Brasile, non sia mai entrato propriamente nelle grazie di Aldo Grasso era cosa immaginabile, ma dopo questi mondiali di calcio in Brasile, che oggi si concluderanno con la finalissima Germania-Argentina, il giudizio della penna del Corriere della Sera è ancora più nero. Il critico televisivo non ha avuto pietà criticando una tendenza di Caressa che non erano stati in pochi a notare, e che probabilmente non si manifestava per la prima volta in questa manifestazione, una deriva narcisistica criticata nei tempi recenti. Che si sia d'accordo o meno con chi critica Caressa, l'editorialista del Corriere ha sparato letteralmente a zero: "Cotto e mangiato, non poteva finire altrimenti Fabio Caressa, dopo la Nazionale azzurra, il grande sconfitto di questo Mondiale brasiliano è proprio lui. Sognava di ripetere i fasti di Germania 2006… Invece torna scornato. Travolto dalle critiche, più o meno come un Felipao Scolari".

Caressa ne esce con le ossa rotte

Al centro dell'accusa di Grasso c'è la sfortuna di aver parlato a sproposito, quasi gufando i brasiliani, mentre la Germania si portava inesorabilmente in vantaggio di diversi gol e lui continuava a tirare in ballo la palla rotonda che avrebbe potuto riaprire la partita in pochi minuti, per non parlare dell'egocentrismo che l'ha condotto ad estromettere Bergomi, considerandolo una semplice spalla e non più protagonista della telecronaca: "Ha pensato che i suoi commenti, le battute, gli incipit paraletterari fossero più interessanti delle partite stesse. Così ha ridotto Beppe Bergomi al ruolo di malinconica spalla". Poi l'elogio a Sky e al lavoro fatto negli ultimi anni al fine di cambiare le normali logiche della cronaca di una partita così come era stata fino agli anni precedenti l'esplosione del canale di Murdoch, impresa di cui uno degli artefici era stato proprio Caressa secondo Grasso, che tuttavia si sarebbe fermato al 2006: "Le telecronache di Sky avevano fatto fare un salto importante a questa singolare pratica retorica, ma ora capitan Caressa le ha trascinato nel protagonismo,nell'autocompiacimento, nel selfie. Cotto e mangiato, come un soufflé appena scongelato". Forse Grasso, che tanto apprezza quel narratore eccezionale che è Federico Buffa, non ha sopportato, come molti, il tentativo di Caressa di ergersi agli stessi livelli, non avendone probabilmente le stesse capacità:

Ha cominciato a sciorinare un repertorio di frasi fatte, ma con la prosopopea del cronista di guerra, quel trapassare dal trotto al galoppo del diaframma. Si è impegnato ad accatastare iperboli, logorroico ed estenuante, a compiacersi del suo lussureggiante proliferare sintattico dietro cui, forse, si cela solo l'invidia per lanaïveté con cui la moglie Benedetta Parodi affronta i fornelli, il frigorifero, la vita

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