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Aggressione in diretta all’inviata di Storie Italiane presa a calci: “Stiamo bene, ma non ci fermano”

Roberta Spinelli, inviata di Storie Italiane, è stata aggredita in diretta alla ex fabbrica Penicillina nel quartiere di San Basilio. Presa a calci e costretta a scappare davanti agli occhi sgomenti di spettatori e studio del programma quotidiano: “Stiamo bene, siamo stati aggrediti fisicamente. È stato un momento particolarissimo e abbastanza concitato. La situazione è veramente incontrollabile. Stiamo bene, non ci ferma qualche calcio”.
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Roberta Spinelli, inviata di Storie Italiane, è stata aggredita in diretta alla ex fabbrica Penicillina nel quartiere di San Basilio. Presa a calci e costretta a scappare davanti agli occhi sgomenti di spettatori e studio del programma quotidiano: "Stiamo bene, siamo stati aggrediti fisicamente. È stato un momento particolarissimo e abbastanza concitato. La situazione è veramente incontrollabile. Stiamo bene, non ci ferma qualche calcio". 

L'aggressione a Roberta Spinelli

Lo scenario è quello poco distante da dove si è consumato il tragico delitto di Desirée Mariottini, vale a dire il ghetto dell'ex fabbrica della Penicillina, nel quartiere San Basilio di Roma a due passi dalla Tiburtina. Pochi giorni fa, un senegalese è stato spinto nella tromba delle scale ed è rimasto gravemente ferito. Per cercare di far luce sulle dinamiche, per intervistare qualcuno dei presenti, la giornalista e inviata Roberta Spinelli è stata spinta e presa a calci. Sono stati momenti concitati e visti in diretta televisiva.

Stiamo bene, siamo stati aggrediti fisicamente. È stato un momento particolarissimo e abbastanza concitato. La situazione è veramente incontrollabile. Stiamo bene, non ci ferma qualche calcio.

Il ghetto dell'ex fabbrica Penicillina

Anche le telecamere di Fanpage.it sono entrate nel ghetto dell'ex-fabbrica Penicillina di via Tiburtina a Roma occupato da oltre 500 persone. Lo stabile che versa in condizioni fatiscenti è in cima alla lista degli sgomberi stilata dal Viminale. Qui sono arrivati molti migranti provenienti da altri stabili sgomberati nei mesi scorsi, come quello in via di Vannina. La fabbrica inaugurata nel 1950 era uno degli stabilimenti più grandi in Europa per la produzione di Penicillina. Da oltre vent'anni è abbandonata e nel 2014 è stata sottoposta a sequestro giudiziario. Nello stabilimento sono sorte numerose piccole case in muratura, costruite dai residenti. Alcune sembrano essere in vendita, con tanto di cartello "for sale", ma si tratta di piccoli loculi privi di luce elettrica e servizi igienici. Le condizioni igieniche sono pessime in tutto l'edificio che è sommerso da tonnellate di rifiuti di ogni genere. Ci sono anche i residui della produzione di medicinali, in molti punti è presente amianto ridotto in polvere e numerosi incendi hanno lasciato rifiuti speciali pericolosi per la salute.

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