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AgCom ammette: “È stato l’anno della tv liquida e personalizzata, siamo a rischio monopolio web”

La televisione liquida si è ormai affermata e consolidata, rifiutiamo i palinsesti anche se la vecchia tv ancora resiste e seguiamo una “dieta personalizzata”, attraverso maratone e binge watching. Sul web, c’è il rischio di restare in mano a un gigantesco monopolio. Questa, in sintesi, è la fotografia della Relazione annuale al Parlamento del presidente dell’Autorità per le garanzie delle comunicazioni, Angelo Marcello Cardani, il quale ha delineato criticità e possibili sviluppi a Montecitorio davanti alle massime cariche dello Stato.
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Guardiamo sempre più televisione liquida, rifiutiamo i palinsesti anche se la vecchia tv ancora resiste e seguiamo una "dieta personalizzata", attraverso maratone e binge watching. Sul web, c'è il rischio di restare in mano a un gigantesco monopolio. Questa, in sintesi, è la fotografia della Relazione annuale al Parlamento del presidente dell'Autorità per le garanzie delle comunicazioni, Angelo Marcello Cardani, il quale ha delineato criticità e possibili sviluppi a Montecitorio davanti alle massime cariche dello Stato, il Capo dello Stato Sergio Mattarella, i presidenti delle due Camere, Roberto Fico e Maria Elisabetta Alberti Casellati e i ministri Luigi Di Maio e Alberto Bonisoli.

Guardiamo sempre più tv liquida

Il 2017 è stato l'anno della televisione liquida e della sua definitiva consacrazione. Il consolidamento della posizione di Netflix e l'ingresso in scena di Amazon Prime Video, unita alla diffusione delle reti a banda larga e ultra-larga, ha creato un nuovo modello di consumo. Dalla Relazione dell'Agcom leggiamo:

Ai vincoli del palinsesto preferiamo sempre più la ‘dieta' personalizzata, dal binge watching, le maratone con i telefilm preferiti, alla visione ‘dove vuoi quando vuoi' – e siamo pronti a pagare magari il singolo contenuto, a condizioni economiche sempre più accessibili.

Il monopolio dei giganti del web

Lo scorso anno il comparto della comunicazione ha raggiunto la quota di 54.2 miliardi di euro, per una crescita dell'1.2%. Le comunicazioni valgono 32.2 miliardi, il settore postale cresce del 6.6% a 7.4 miliardi, i media calano dello 0.9% a 14.6 miliardi. L'editoria è in grossa crisi: negli ultimi dieci anni ha perso metà del suo peso economico. L'aspetto più importante è l'utilizzo dei Big Data, l'impiego di algoritmi che profilano gli utenti attraverso "relazioni sociali" (Facebook), "rapporti di lavoro" (LinkedIn), "opinioni e orientamenti" (Twitter), "propensioni al consumo, gusti e capacità di spesa" (Amazon) e tutto l'insieme (Google). Per l'Agcom, questo è uno scenario allarmante:  "Sono sei le App installate da più di un miliardo di utenti nel mondo e tre imprese detengono otto delle dieci app più scaricate: Facebook, Google e Apple".

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