Adriano Celentano è diventato prevedibile
Adrian è stato esattamente come ce lo aspettavamo. E questo è il problema.
Il ritorno del cartone ideato da Adriano Celentano faceva perno sulla presenza di Celentano stesso. Presenza garantita dal molleggiato e, purtroppo, vero elemento di interesse del programma. Si dice ‘purtroppo' perché è chiaro che una serie Tv animata, assolutamente inadatta a una prima serata di Canale 5, può andare in onda in quella fascia solo a patto di vivere in funzione dello show da cui è preceduta.
La struttura amorfa del prodotto televisivo viene confermata dal ritorno di Adrian dopo il flop della prima volta. Stavolta Celentano c'è e imposta questa puntata sulla presenza in studio di Bonolis, Conti, Scotti, Giletti e Chiambretti (oltre alla presenza fissa di Ilenia Pastorelli e al successivo arrivo di Luciano Ligabue). Si parla di televisione, come dovrebbe essere e come non è. Celentano dà i suoi giudizi sulla giuria ‘morbida' di Tale e Quale Show, sui troppi culi di Ciao Darwin. Il linguaggio visivo è quello tipico dei programmi di Celentano, così come le atmosfere apocalittiche, musicali e ambientali.
Celentano rimprovera il pubblico
Arrivati al momento dell'agognato monologo, Celentano quasi rimprovera il pubblico per non aver capito Adrian. Si tratta forse del momento più interessante della serata, perché l'artista sottolinea come non dimenticherà di essere stato condannato dal pubblico qualche mese fa e respinge la regola del pubblico che ha sempre ragione. Sembra avere del rancore e, arrabbiato, lascia il palco annunciando di andare via. Ma si vede lontano un miglio che la cosa è preparata e infatti dopo due minuti di caos poco credibile, si torna in musica e con gli ospiti in studio. Un imprevisto, previsto.
E quindi qual è il problema di Adrian?
E qui si palesa il problema di Adrian, un programma che nasce per rendere plausibile la messa in onda di un cartone animato distopico sulla principale rete commerciale del panorama nazionale italiano. Un programma ‘necessario', che è dunque una forzatura. E sappiamo come l'epopea televisiva di Celentano sia stata invece sempre nel segno dell'imprevisto, di gesti che ribaltavano la normale grammatica televisiva, di temi che preannunciavano una rabbia e una disillusione sociale divenute oggi la regola. Il Celentano di oggi, invece, viene ingabbiato in un programma che forse non avrebbe voluto fare, che lo costringe a essere se stesso su un palco sul quale non pare abbia gran voglia di stare. Succede quindi che l'imprevedibilità diventi un vincolo e, si sa, l'imprevedibilità e la messa a sistema non sono mai andate d'accordo.