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Ad ogni rete il suo sport: La7 ci prova col rugby e gli All Blacks

La rete Telecom prova a imporre il monopolio sul rugby, spingendo fortemente uno sport trascurato dai grandi media. Gli appassionati sono affini al pubblico della rete: l’operazione risulterà vincente?
A cura di Andrea Parrella
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Rugby Test Match, Italia vs Nuova Zelanda

Le Tv hanno una stretta esigenza di crearsi nuovi spazi di manovra, oramai permeate a pieno nel panorama della tv digitale. Ecco che tema ricorrente è quello di andare naturalmente ad esplorare campi poco battuti. Accade anche con lo sport, anzi soprattutto con lo sport. E così se quasi un decennio fa abbiamo assistito ad una grande campagna di investimento di Italia1 per spingere il moto mondiale (coadiuvata dai tanti italiani a popolare i circuiti), più di recente abbiamo assistito alla spettacolare opera di riqualificazione e valorizzazione degli sport olimpici da parte di Sky. Ci sono stati anche tentativi a vuoto, ma i due esempi citati si sono rilevati decisamente fortunati.

La7 ci prova con gli All Blacks – Ecco che ora, con più vigore rispetto a ciò che era già cominciato qualche anno fa, La7 tenta di aggiudicarsi per usucapione il diritto a identificare il rugby (la nostra dettagliata category) in Italia. L'occasione di oggi era ghiotta, poiché si celebrava un evento decisamente più attraente di ogni qualsivoglia incontro del Sei Nazioni (la competizione annuale a livello europeo tra le sei compagini nazionali più titolate), è stato un esempio delle intenzione della rete Telecom: l'incontro con gli All Blacks, i più forti del mondo, un brand più che una semplice squadra di rugby, ha avuto  una sponsorizzazione ampia, cominciata da almeno due settimane e citata dalla maggior parte dei contenuti di rete.

"Energumeni" educati – Non c'era partita alla vigilia tra gli azzurri e i neozelandesi, e difatti così è stato, con una loro vittoria a mani basse, ma nonostante ciò lo stadio Olimpico di Roma era strapieno che manco al derby e all'esterno dello stadio c'era grande quantità di appassionati. Non si sa ancora come siano andati gli ascolti, ma è interessante che La7 provi a mettere le mani su uno sport con un pubblico potenziale che è socialmente affine al proprio abituale bacino d'utenza. Il rugby,non a caso, chiama a sé gli appassionati di una disciplina che per antonomasia vive all'insegna di un regime "olimpico", coniugando il massimo agonismo in campo (il rugby, ai non intenditori, non smetterà mai di sembrare un'immensa rissa) con il massimo rispetto fuori. In un concetto: il terzo tempo.

Il pubblico adatto a La7  – Si cercano dunque spettatori educati, tifosi non abbrutiti dalla foga di appartenere ad una fazione, in pratica l'esatto opposto della ricetta base del calcio moderno. Poche differenze col profilo dello spettatore che guarda la settima potenza televisiva per lo stampo informativo della rete. Un'emittente che ambisce a grandi numeri, non può rinunciare a cercarsi un proprio sport, chissà che a La7 non vada bene.

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