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A Miss Italia 2018 essere una “vittima di bullismo” fa curriculum

“Alle medie è stata vittima di bullismo”. Così si chiude il profilo di una delle finaliste a Miss Italia 2018, che si svolgerà il prossimo 17 settembre 2018. Cambia la narrazione delle reginette di bellezza nella società dello spettacolo e il tema del bullismo rischia di essere sminuito come qualsiasi altro stereotipo, banalizzato in didascalia tra la passione per un romanzo e il sogno della pace nel mondo.
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"Adora viaggiare e leggere libri fantasy. Alle medie è stata vittima di bullismo". Questa è la bio di una delle finaliste a Miss Italia 2018. Aver vissuto sulla propria pelle atti di bullismo alle medie conclude la didascalia della foto, viene posto con lo stesso peso specifico di un "sogna la pace nel mondo" o "è una grande appassionata di pallacanestro". E in effetti, in quella che è la didascalia della Miss in questione, viene subito dopo la passione per i viaggi e per i libri fantasy.

La narrazione di una Miss nella società dello spettacolo

Dalle passioni per i romanzi al bullismo alle medie, così cambia il racconto di una Miss Italia nella società dello spettacolo. Essere "vittima di bullismo" può davvero fare curriculum e biografia per Miss Italia? Siamo certi che possa aggiungere rilevanza alla narrazione di una finalista a Miss Italia? Quanto influisce nel suo percorso? Cosa prova? A parere di chi scrive, il fenomeno non può e non deve essere sminuito come qualsiasi stereotipo, non può essere messo lì tra un romanzo fantasy e i viaggi in giro per il mondo.

Parlare del bullismo senza stereotipi

Le vittime di bullismo non dovrebbero essere incasellate come una categoria da pescare alla voce "sociale", con la stessa leggerezza che ti aspetti da uno sbiadito reality show. Perché una produzione che ha una memoria storica come Miss Italia, dovrebbe ampliare tematiche del genere, aprire un vero e proprio dibattito, facendolo evolvere e rischiando, perché no, di portare in prima serata quello che va fatto con la tematica in questione: prevenzione. Ma è forse questo il vero punto debole. La produzione cerca nuovo slancio proponendo una serie di temi che in un concorso di bellezza stonano, per la sua stessa struttura che non consente il giusto approfondimento. Una storia come quella della Miss in gara dovrebbe essere ascoltata fino in fondo, non dovrebbe restare banalizzata perché, messa così, sembra sia stata scritta tanto per riempire la didascalia di una foto.

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