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A Chi l’ha visto il caso di Roberto Straccia: forse ucciso per uno scambio di persona

Il programma di Federica Sciarelli getta una nuova luce sul caso del giovane scomparso e trovato morto in mare all’inizio del 2012. Secondo un’intercettazione, Straccia sarebbe stato ucciso da sicari malavitosi perché scambiato per un altro. A provare, la tesi il confronto tra la foto di Roberto e quella del presunto vero obiettivo, che mostrerebbe una somiglianza incredibile. I legali e la famiglia accusano: “Non sono state fatte indagini approfondite”.
A cura di Valeria Morini
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A "Chi l'ha visto", si è tornato a parlare del caso di Roberto Straccia, il giovane scomparso il 14 dicembre 2011 a Pescara e ritrovato morto in mare nei pressi di Bari nei primi giorni del 2012. All'epoca di parlò di suicidio e il caso venne poi archiviato ufficialmente nel 2013, senza che siano mai state davvero chiarite le circostanze del decesso. Il 24enne si tolse la vita (ipotesi sempre esclusa con forza dai familiari) o fu morte accidentale? Recenti indizi hanno riportato il caso sotto una luce del tutto inedita: Straccia potrebbe essere stato assassinato da sicari della malavita, ucciso forse per errore a causa di uno scambio di persona, come rivelato dalla testimonianza della compagna di un pentito. La dichiarazione, emersa grazie al lavoro del legale della famiglia Marilena Mecchi e rivelata poche settimane fa dal padre del ragazzo, ha spinto la redazione di "Chi l'ha visto" verso ulteriori ricerche, da cui è emerso un particolare clamoroso che potrebbe far riaprire le indagini.

L'intercettazione dal carcere: "Quel ragazzo era uguale a lui"

La prima novità esposta dalla Sciarelli è appunto la trascrizione di un'intercettazione registrata tra un detenuto del carcere di Lanciano e sua moglie, 13 giorni dopo la scomparsa del ragazzo. Dalle parole del detenuto, si deduce come Roberto sarebbe stato ucciso per uno scambio di persona. "Il ragazzo tiene gli stessi occhi, le stesse sopracciglia, la fronte, il modo di vestire, è uguale", dice l'uomo alla consorte, lasciando intendere che il giovane Straccia sarebbe stato ucciso al posto di un altro. "Chi l'ha fatto si è guardato dalle telecamere, è gente esperta", prosegue la dichiarazione registrata, a spiegare che i presunti assassini sarebbero sicari esperti della criminalità calabrese.

Come spiegato a "Chi l'ha visto", la trascrizione dell'intercettazione è stata inviata agli inquirenti e sarebbe stata archiviata nel fascicolo aperto per suicidio. Secondo quanto spiegato dalla Sciarelli, nessuno avrebbe mai interrogato il carcerato né la moglie. Mesi dopo, avrebbe parlato anche la madre del detenuto in questione, che avrebbe citato il decesso di un ragazzo come opera di sicari che l'avrebbero scambiato per il suo genero.

La foto trovata da Chi l'ha visto dell'uomo di Mesoraca: "La somiglianza con Roberto è impressionante"

A quel punto, la procura di Pescara ha aperto un fascicolo per omicidio volontario, senza però fornire particolari ai famigliari di Roberto sulle indagini in corso. La madre della vittima sostiene davanti alle telecamere del programma che le forze dell'ordine non avrebbero mai svolto indagini approfondite per accertare la somiglianza tra la vittima e il presunto vero obiettivo. A quel punto, è un'inviata della trasmissione a recarsi nel comune di Mesoraca (provincia di Crotone), per ottenere dagli uffici dell'anagrafe la foto di quest'ultimo e confrontarla con un'immagine di Roberto.

La scoperta è impressionante: sebbene, per motivi di privacy, Raitre abbia mandato in onda la foto parzialmente oscurata, la somiglianza tra Straccia e l'uomo di Mesoraca sembra evidente, come confermano sia la Sciarelli che Mario, il padre di Roberto, presente in studio. A rendere ancora più sospetta la vicenda, un oscuro episodio: secondo quanto emerso dall'intercettazione alcune persone avrebbero fatto richiesta di quella stessa foto e, di fronte al rifiuto da parte degli uffici comunali, la casa di un dipendente municipale sarebbe stata data alle fiamme. Ebbene, è lo stesso sindaco di Mesoraca a spiegare di aver subito un attentato incendiario proprio nei giorni della scomparsa di Straccia.

Le accuse: "La polizia non ha indagato a fondo"

Il servizio si è concluso con le parole del padre Mario e dell'avvocato Mecchi, decisi a far riaprire le indagini, mentre il presidente dell'Associazione Penelope, l'avvocato La Scala, ha gettato durissime accuse:

Vedere che Chi l'ha visto ha fatto in pochi giorni ciò che altri pagati per farlo non hanno fatto lascia senza parole. Non è stato fatto quello che doveva essere fatto.

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