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A 40 anni dal Processo del Lunedì, quando il calcio in Tv diventò chiacchiera da bar

Nel 1980 arrivava in televisione il programma che ha cambiato il modo di parlare di calcio in Italia. Si scrisse che guardando il programma di Biscardi si sacrificava l’intelligenza ed è curioso parlarne dopo il caso Juventus-Napoli, segnato da un dibattito drogato in cui il tifo e il pregiudizio hanno avuto la meglio.
A cura di Andrea Parrella
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Il 9 settembre del 1980 andava in onda la prima puntata de Il Processo del Lunedì, il programma televisivo che ha reso Aldo Biscardi un santino della nostra Tv. Quarant'anni fa nasceva, insomma, quella trasmissione che ha trasformato radicalmente, nel bene e nel male, la qualità del dibattito sul calcio in Italia, incidendo sulla nostra dieta informativa di sport.

Ma la su citata contrapposizione tra bene e male è il succo della questione. La trovata di Biscardi, che del programma fu ideatore e poi conduttore fisso succedendo ad Enrico Ameri, fu innanzitutto di collocazione, con l'invenzione di uno spazio di discussione calcistico post domenicale, che fungesse appunto da processo, imponendosi come una sentenza definitiva sulle vicende prodotte dalla giornata di Serie A andata interamente in scena alla domenica. Il linguaggio giuridico che confluisce in quello sportivo si rivelò una soluzione geniale che garantì a Raitre una audience senza precedenti e fece de Il Processo il programma dell'anno nel 1980.

Il calcio è peggiorato con il Processo?

Se Il Processo del Lunedì fa parte della storia del piccolo schermo, è opinione diffusa che questa trasmissione sia stata responsabile di un abbrutimento del dibattito sullo sport nazionale. Uno di quei programmi che ha spogliato la televisione dalla sua connotazione elitaria, dando voce alle persone comuni e sostanza alla cosiddetta chiacchiera da bar. Insomma, una trasmissione che ha diviso, ritenuta responsabile di aver peggiorato il mondo del calcio. Scriveva Aldo Grasso nel suo Storia della Televisione Italiana: "Al processo del lunedì abbiamo tutti sacrificato qualcosa, sovente la parte di noi che stimiamo temerariamente come la più nobile, l'intelligenza". 

Il caso Calciopoli

Un'acrobazia porterebbe a non ritenere casuale, in questo senso, quanto accaduto negli anni in cui scoppiò lo scandalo Calciopoli, con intercettazioni che fecero emergere come Biscardi fosse sostanzialmente eterodiretto da Luciano Moggi nel giudizio sulle prestazioni arbitrali e, di conseguenza, sull'indirizzamento dell'opinione pubblica, vista l'influenza del Processo. Erano già altri tempi, la trasmissione non andava più in onda sulle reti Rai e Biscardi avevo imposto il suo nome al nome del programma, rivendicandone la titolarità.

Non solo ombre, i momenti cult e la gestione Bartoletti

Sono doverosi i distinguo e non bisogna fare di tutta l'erba un fascio, perché Il Processo è un connubio di luci e ombre. Ha regalato agli archivi televisivi momenti cult che grazie a trasmissioni come Mai Dire Gol sono stati fissati nella memoria collettiva. Ha rinnovato senza dubbio il linguaggio televisivo e alla gestione Biscardi seguì anche quella di Marino Bartoletti, che tentò di bonificare il dibattito sopra le righe muovendosi tra gli ingranaggi di un programma dalla struttura vincente. "L’idea di ragionare come nei bar ma con degli intellettuali è stato qualcosa di clamoroso", così lo ha esalato in un'intervista Enrico Varriale, che aveva riproposto il Processo pochi anni fa, per tre stagioni fino al 2016, affiancato alla conduzione da Andrea Delogu.

Dibattito sul calcio drogato, il caso Juve-Napoli

Dopo i fatti di Juventus-Napoli, una vicenda che, come ha scritto Alessio Pediglieri "è riuscita a sollevare l'ennesimo, impossibile cortocircuito in cui tutti sembrano avere la loro fetta di ragione", non si può non riflettere su un dibattito pubblico drogato di tifo e di pregiudizio che ha contribuito a scrivere, insieme agli eventi che si sono verificati, una pagina tristissima della storia del calcio italiano, per l'immagine restituita all'estero e anche a noi stessi dello stato dell'arte in cui versa questo sport in Italia. Nessuna inclinazione alla nostalgia, ma semmai curiosità, nel chiedersi in che modo avrebbe affrontato tutto questo l'ipotetica puntata di del Processo di lunedì 5 ottobre 2020, quando l'opinione non è più filtrata da un media come la televisione e il bar si è trasferito su Twitter e Facebook.

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