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Massimo Ranieri e la sua “arte liggera” salutano con un boom di ascolti

È stato un “Ranieri & Friends” quest’ultima puntata di “Sogno o son desto 2” che saluta un pubblico di quasi 4 milioni di telespettatori: Massimo Ranieri è immenso.
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Ma quanto è bravo Massimo Ranieri? Ce lo chiediamo sempre, non avendo paura di rischiare di doversi ripetere ad osannare un artista che può concedersi il lusso di aprire una prima serata in Rai con un monologo di Raffaele Viviani meraviglioso quanto antico, "Arte Liggera" contenuto ne "Il grande drammturgo" edito da Phonotype, su un ladro che, pur cercando di cambiare mestiere, si lascia andare in un elogio all'arte del rubare. Un pezzo storico del teatro dialettale di Viviani, meno considerato da un punto di vista mediatico rispetto a quello di Eduardo, che Ranieri ha il merito di riportare all'attenzione nazionale.

"Sogno o son desto 2" chiude e saluta il pubblico con 3.783.000 milioni di telespettatori per uno share del 19.89%, migliorando di poco rispetto alla prima puntata. Ma è un arrivederci per l'istrione napoletano che nell'ultima serata ha giocato ancora con la macchina del tempo dei suoi ricordi e delle sue emozioni, i suoi più grandi successi ed i suoi più grandi amici, vecchi e nuovi. La prima ospite ad arrivare sul palcoscenico è stata Ornella Vanoni, fresca d'aver compiuto i suoi "primi" 80 anni, con lei per "Eternità", "Più" ed una versione jazz di "Senza fine". Duetto "malizioso" anche con Romina Power: "Ma tu ti ricordi che ero innamorato di te?", Romina risponde: "Ed Al Bano era geloso, perché se ne era accorto…". 

Un duetto al pianoforte con Marco Masini e Michele Zarrillo, una cosa inedita e che, per certi versi, sfida suggestioni e leggende popolari, poi la macchietta con Enzo Decaro ed il ricordo di Massimo Troisi, parlando del primo incontro con "La Smorfia". L'ingresso in scena di Morgan è, dopo aver ricordato Giorgio Gaber, tutto per Enzo Jannacci: Vengo anch'io, Messico e Nuvole, Ci vuole orecchio, El purtava i scarp de tennis e chiusura con Altrove, classico della discografia del giudice di X Factor. Tra i due non c'è solo sintonia artistica ma una grande amicizia ed il pubblico, anche a casa, lo riesce a percepire. Tutto questo giova allo spettacolo.

La chiusura è tutta un omaggio a Napoli. Sul palco sale un grande della letteratura partenopea, Raffaele La Capria, e dopo l'elogio alla città "del bene e del male" parte Lu guarracino, canzone popolare sul ritmo della tarantella che racconta della storia di amore e gelosia sul fondo del mare, tra un guarracino, una sardella e un alletterato. Ranieri chiude con Tu si na cosa grande e saluta. Non è un addio, assolutamente no.

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