Cinecittà occupata dal 4 Luglio: “Non calpestiamo la storia d’Italia” [FOTO]
A Cinecittà, la Hollywood sul Tevere nata sotto il fascismo e attiva dal 1937, continua la protesta dei lavoratori degli storici studi cinematografici e televisivi, fiore all'occhiello per l'industria culturale italiana ed orgoglio nazionale. A Roma tappa d'obbligo per ogni turista è senza dubbio Cinecittà, visitabile (fino a Dicembre 2012) grazie ad una Mostra con la possibilità di "assaporare" sia il set di Un Medico in Famiglia sia quello dei principali film italiani attualmente in produzione. Eppure adesso qualcosa potrebbe cambiare e si respira aria di crisi: sotto la scritta Cinecittà uno striscione con su scritto "Cinecittà Okkupata". Dal 4 Luglio dura infatti la protesta dei lavoratori di Cinecittà contro i possibili licenziamenti e contro la volontà di Luigi Abete, Presidente di Cinecittà Studios, di voler "ristrutturare" il polo cinematografico italiano, in barba alla portata storica di questa imponente quanto suggestiva struttura: potrebbero nascere da una parte un grande teatro di posa, un Distretto del Cinema e del Multimediale ma anche ristoranti ed alberghi. Un progetto inaccettabile per i lavoratori degli Studios; Luigi Abete però ha rigettato ogni accusa con un sonoro:
Non solo Cinecittà non chiude ma si amplia mantenendo intatta la parte storica degli Studios come da progetto già illustrato nel Novembre 2010, che ora viene spacciato come nuovo per un attacco strumentale. La novità è il piano di ristrutturazione aziendale che ci servirà ad evitare di licenziare i 50 lavoratori in esubero.
I lavoratori di Cinecittà anche alla Mostra di Venezia per manifestare il loro dissenso al possibile rinnovamento degli Studios dando vita ad un vero e proprio corteo al Lido Venezia assieme ai ragazzi del Teatro Valle Occupato che hanno fatto di un teatro – luogo ritenuto convenzionalmente inutile e troppo dispendioso – un vero e proprio polo culturale e di aggregazione sociale. Nobili scopi che chi ci governa continua a non cogliere, anzi a non voler capire: e c'è chi ribatte che bastano ed avanzano i partiti politici come centri di condivisione di idee, o forse (e questa è la verità incontrovertibile) come centri di spartizione di poteri, poltrone, mazzette e favori. A pochi metri dal red carpet più famoso d'Italia, dunque, i lavoratori di Cinecittà hanno continuato a protestare e non intendono – almeno per il momento – fermarsi. Uno degli addetti ai lavori aveva così motivato la sua indignazione ai nostri microfoni lo scorso luglio (in alto il video):
Siamo il secondo marchio in Italia, dopo la Ferrari. Se vai all'estero Cinecittà è riconoscibile quanto la Ferrari stessa. Questo patrimonio è stato sottratto a tutta la nazione italiana, che ha contribuito negli anni a mitizzarlo.
Tende, gazebi e tavolini montati in quel di Cinecittà tra slogan forti e senza peli sulla lingua: "Le mani dei lavoratori hanno reso grande Cinecittà", "Cinecittà occupata sul red carpet a Roma e a Venezia", "Non si mangia con la cultura? Ma se Abete si sta ingoiando Cinecittà", "Abete? No cinema, no party". Sventolano nel frattempo le bandiere di Cgil, Uil e Ugl tra gli automobilisti che, sfrecciando a tutta velocità sulla Tuscolana, suonano il clacson per manifestare solidarietà e vicinanza agli attivisti di Cinecittà (qui l'incendio dello storico Teatro 5). Per il regista ed attore Carlo Verdone l'unico modo per rilanciare gli Studios è "premiare chi resta qui e non va all'estero".
Da Cinecittà agli Studi Elios per Maria De Filippi, è da quasi 2 anni che la signora della tv ha abbandonato gli studi di Cinecittà per trasferire le sue storiche produzioni presso gli Studi Elios di Via Tiburtina. C'è posta per te, Amici e Uomini e Donne adesso fanno compagnia ad altre storiche produzioni Mediaset come Forum (qui invece le immagini esclusive del set de I Cesaroni a Cinecittà). E se per Tremonti "Con la cultura non si mangia", i numeri parlano di 3000 film di cui 90 candidati all'Oscar e ben 47 vincitori tutti realizzati a Cinecittà, che ha ospitato nomi come Luchino Visconti, Federico Fellini e Martin Scorsese. Ma gli Italiani quando apriranno gli occhi? Quando sarà troppo tardi?
Di seguito le foto in esclusiva sulla protesta di Cinecittà: