Will Smith: “Rifare Willy il Principe di Bel Air? Mai, odio rivedermi in quel ruolo”
In tempi di reboot e sequel selvaggi delle serie tv cult degli anni 80 e 90, da "MacGyver" a "Pappa e ciccia", tanti fan sognano di rivedere, prima o poi, una nuova versione di "Willy, il principe di Bel Air", una delle produzioni più amate dal pubblico teen di quegli anni. Una recente reunion del cast aveva fatto sperare in un possibile progetto ma, a spegnere le speranze, ci pensa proprio colui a cui quella divertente sitcom servì come trampolino di lancio per una delle carriere più fortunate di Hollywood. Parliamo ovviamente di Will Smith, che ha confessato di detestare il ruolo che gli ha regalato tanta popolarità.
Perché Will Smith non sopporta di rivedersi nella sitcom
Ospite al The Graham Norton Show nella puntata di venerdì 22 dicembre, Smith ha spiegato i motivi per cui, a distanza di anni, non riesce proprio a riguardarsi nei panni di Willy, lo scombinato adolescente che si ritrova catapultato nel lussuoso quartiere di Los Angeles.
È stato il mio primissimo ruolo ed ero molto, molto concentrato per far bene, così ho imparato l’intera sceneggiatura e le parti di tutti gli altri. Se guardi i primi quattro o cinque episodi puoi vedere che sto ripetendo a bassa voce le battute degli altri. È terribile e non posso sopportare di vederlo.
Eppure, rivedere Smith e il resto del cast riuniti lo scorso maggio, nel ricordo del compagno di set James Avery (zio Phil) scomparso nel 2013, aveva scatenato l'entusiasmo del pubblico. L'attore di "Suicide Squad" (da oggi su Netflix con il film "Bright") si è messo a ridere sull'eventualità di tornare a interpretare il personaggio che lo ha lanciato: "Amico, oggi al massimo potrei impersonare lo zio Phil, ho quasi 50 anni!".
Willy, il Principe di Bel Air, storia di un cult
L'attore ne aveva invece 22 quando iniziò a interpretare "Willy, il principe di Bel Air", prodotto dalla Nbc per sei stagioni dal 1990 al 1996. Sostanzialmente, la sitcom raccontava proprio la vita di Smith, tanto che il personaggio portava il suo stesso nome. Scappato dal pericoloso ghetto di Filadelfia, il teenager Willy sbarca per volere della madre a casa degli zii e dai cugini materni, che risiedono nel ricchissimo quartiere di Bel Air. Tra party e belle ragazze, sconvolgerà la vita dei suoi parenti. Negli anni, sulla serie si sono sviluppate curiose leggende metropolitane e "Willy, il Principe di Bel Air" è ancora oggi una delle più celebri produzioni della cultura black americana. Celebre la canzone della sigla (scritta da Smith con Quincy Jones), che nella versione italiana veniva cantata dal doppiatore Edoardo Nevola.